Da aprile 2021, per scelta dell’ex presidente Blangiardo, Davide Colombo è direttore centrale dell’Istat. La sua struttura si occupa dei rapporti “esterni” dell’Istituto e principalmente dell’Ufficio stampa, che nella particolare e mai risolta organizzazione dell’Istat è un “ufficio non dirigenziale”, retto ad interim da Colombo stesso. La Direzione che guida dal 2021 (la DCRE) è destinata ad essere ridotta dal 1° gennaio, perdendo il coordinamento del Sistan e degli uffici territoriali dell’Istat. In cambio acquisirà il nuovo misterioso servizio sulla “cybersicurezza”. In ogni caso dal 1° gennaio 2025 è discutibile che la struttura che dirigerà Colombo debba avere ancora il rango di direzione, peraltro con un ruolo fondamentale e superiore rispetto ai direttori dell’Istat che si occupano di “semplice” produzione statistica, visto che il suo capo partecipa alle riunioni del “Comitato di presidenza”, riservato ai capi dipartimento e ai direttori che rispondono direttamente al Presidente dell’Istat.
Davide Colombo è un giornalista. Proviene dal Sole 24 ore. Non usa i social network, se non quello più “professionale”, ovvero Linkedin. Lo utilizza normalmente in modo alquanto istituzionale, quasi esclusivamente per diffondere le comunicazioni ufficiali dell’Istat e i suoi video #Lasettimanaistat nei quali spiega ai follower i dati che l’Ente ha diffuso negli ultimi giorni.
Improvvisamente, sabato 21 dicembre 2024, Davide Colombo ha deciso di rompere il suo aplomb e di dire la sua, su Linkedin, sul fatto del giorno: l’assoluzione del ministro dei trasporti (ex ministro dell’Interno) Matteo Salvini, che tanto ha fatto e tanto ha detto in questi anni per nominare e poi tentare di riconfermare Gian Carlo Blangiardo alla guida dell’Istat, e poi infilarlo comunque tra i consiglieri dell’Istituto.
Il post, che ha ricevuto un solo like, non ha un contenuto chiarissimo. Si limita a constatare che “sono serviti oltre cinque anni” per “accertare i fatti”. “Oltre cinque, imputato il ministro degli interni”. “Cinque anni…”.
Cosa volesse dire non è chiaro. Se avesse voluto semplicemente criticare la lentezza della giustizia in Italia, avrebbe potuto scegliere tanti altri esempi. Ha scelto, evidentemente, di partire dal caso Salvini/Open Arms per esprimere un “posizionamento” sul trending topic del momento, nella logica dei social network: una vicinanza all’ex ministro dell’Interno, che a suo tempo ha fatto nominare Blangiardo alla guida dell’Istat, che a sua volta ha consentito l’ingresso nell’Ente, senza concorso e direttamente da direttore, di Davide Colombo.
In tempi nei quali un semplice dipendente pubblico rischia una sanzione disciplinare o una querela del ministro perché esprime la sua opinione su un social network, stupisce che un direttore centrale, responsabile dell’ufficio stampa di un ente di ricerca come l’Istat, che per Statuto è autonomo e indipendente, si esprima pubblicamente su un tema così divisivo.
Se non bastasse l’indifferenza che il post ha ricevuto su Linkedin, lo chiariamo: Colombo non scrive queste “opinioni” a nome dell’Istat e dei suoi lavoratori, ma esclusivamente a suo nome e per suo interesse. Al direttore auguriamo di trovare “immediatamente” un nuovo lavoro, come auspica lui stesso su Linkedin (#opentowork).
FLC CGIL ISTAT