Si è svolto oggi, martedì 21 luglio 2015, un incontro sul telelavoro.
E’ uscita a inizio luglio la graduatoria dei dipendenti che avevano chiesto, un anno e mezzo fa, di accedere al telelavoro per motivi sanitari di particolare gravità.
La graduatoria vede ai primi posti i dipendenti con patologie proprie, mentre è stato attribuito un punteggio minore alle patologie di figli o altri familiari.
Abbiamo chiesto che siano resi pubblici i criteri di attribuzione dei punteggi, data l’enorme differenza tra il primo gruppo e gli altri lavoratori in graduatoria.
Nella graduatoria sono presenti 73 colleghi. Ad oggi, l’amministrazione ha deliberato il passaggio al telelavoro per i primi 25, fra i quali 13 erano già in telelavoro in seguito all’ultima call “ordinaria”.
Tra i 48 ulteriori colleghi in lista, 25 sono già in telelavoro, quindi 23 persone rimangono fuori dalla possibilità di accedere al telelavoro.
La FLC CGIL ha proposto di utilizzare integralmente questa graduatoria, superando con una deroga il limite imposto dall’attuale regolamento (175 posti, di cui 35 dedicati alle patologie gravi). Questo non deve in alcun modo dare luogo a una diminuzione dei posti “ordinari” (140) di telelavoro: la deroga deve avvenire, straordinariamente a causa della mancanza del Consiglio, sul numero totale di posizioni.
Abbiamo inoltre riproposto le due modifiche regolamentari principali che da sempre chiediamo:
1) Il ritorno a una procedura ordinaria e regolare che si basi sulla valutazione a priori delle attività telelavorabili, e – solo dopo la formazione di una graduatoria unica in base ai criteri stabiliti dall’accordo quadro – l’assegnazione a specifici progetti, come peraltro già sperimentato all’Istat con il primo bando.
2) L’allargamento del numero di posti, tale da consentire un effettivo risparmio dall’utilizzo intensivo del telelavoro, attraverso il desk sharing. Ciò sarebbe funzionale anche alla riorganizzazione e alla razionalizzazione delle sedi dell’Istituto.
L’amministrazione ha intenzione di rinviare la call ordinaria a un momento successivo all’avvenuta riorganizzazione.
La FLC CGIL, preoccupata di un ulteriore rinvio a tempo indeterminato della “call ordinaria”, ha chiesto di procedere invece celermente, soprattutto se si adotta lo schema proposto, ovvero quello non legato ai progetti decisi a priori, ma alle attività.
Il direttore generale ha concluso la riunione con l’impegno a chiedere una deroga al Presidente per poter scorrere la graduatoria delle gravi patologie. Inoltre l’amministrazione redigerà un documento da presentare al Consiglio quando sarà costituito, a partire dalle riflessioni delle organizzazioni sindacali, per proposte di modifica all’attuale regolamento sul telelavoro, in particolare:
- Per le gravi patologie, una graduatoria dinamica (la proposta della FLC CGIL è quella di poter presentare domanda in qualsiasi momento all’apposita commissione, con la garanzia che in casi prestabiliti di oggettiva gravità si acceda in tempi rapidi al telelavoro. Questo tipo di telelavoro non dovrebbe avere un numero massimo di posti disponibili)
- Allargamento del numero dei posti
- Possibile ritorno a una modalità di graduatoria unica e di assegnazione a posteriori a un progetto
La FLC CGIL ritiene che l’approccio al telelavoro debba tornare quello originario, che portò peraltro l’Istat a vincere il premio “100 progetti per le pari opportunità” e altri riconoscimenti nell’ambito della Pubblica Amministrazione. L’attuale gestione ha condotto a 3 “tipologie” diverse di telelavoratori con tre differenti scadenze, che vanno unificate: 102 persone sono in telelavoro “ordinario” e scadono con la prossima call “ordinaria”, 10 sono in telelavoro per gravi patologie “fuori call” e scadono al momento dell’adozione del nuovo regolamento e 25 sono (o saranno) in telelavoro in base alla nuova call per gravi patologie, con scadenza a seconda del progetto (almeno un anno), rinnovabile per durata non superiore a quella originaria.
Non si può aspettare la riorganizzazione dell’Istituto per ridare efficacia al telelavoro.
E’ necessario fare diventare effettivamente il telelavoro all’Istat uno strumento di conciliazione tra tempi di vita e di lavoro, come ancora recentemente ribadito nel disegno di legge sulla PA (articolo 11) approvato dalla Camera.
Andrebbe colto proprio il momento della riorganizzazione per incrementarne la fruibilità e slegare il telelavoro dalla modalità burocratica che vige attualmente. D’altra parte può anche diventare un modo per alleviare problemi legati alla prossima “razionalizzazione delle sedi” (abbiamo ricordato la promessa fatta nel 2013 ai lavoratori trasferiti nella sede di Tuscolana di attuare una call straordinaria di telelavoro, mai partita).
Ci aspettiamo quindi dal documento dell’amministrazione, da ridiscutere con le organizzazioni sindacali in tempi brevi, finalmente degli impegni chiari nella direzione più volte indicata dalla FLC CGIL e da altri sindacati, ovvero sull’impostazione generale (che deve tornare simile a quella Istat originaria) e sull’incremento del numero di posti.
A margine dell’incontro il direttore generale ha comunicato che non ha ancora una risposta dai ministeri vigilanti sulla questione dell’articolo 54 e delle risorse “aggiuntive”, ma che si aspetta di averla a fine luglio, quando convocherà quindi le organizzazioni sindacali. E’ stato inoltre chiesto un parere ai revisori sui ratei dei risparmi RIA.
Ha ribadito il suo impegno sulla questione dei risparmi da part time per favorire la mobilità, ma ancora non ha una proposta da presentare alle organizzazioni sindacali.
Sul piano di fabbisogno 2015-2017, non è possibile secondo l'amministrazione aprire una discussione finché non viene approvato dai ministeri vigilanti il piano 2014-2016. Dai calcoli effettuati sembra che vi sarà un numero leggermente superiore di posizioni per i concorsi riservati (DL 101/2013), rispetto a quelli previsti dal piano di fabbisogno approvato l’anno scorso.