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Telelavoro: continuano i comportamenti vessatori dell'ISTAT

Richieste di certificazioni impossibili a lavoratori già colpiti da gravi disagi quotidiani

26/05/2014
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La scorsa settimana è arrivata una comunicazione da parte dell’ufficio che si occupa del telelavoro, firmata dal direttore del personale dimissionario Costantino, indirizzata ai colleghi che hanno presentato l’istanza di telelavoro per “gravi patologie”. Nell’email si chiedono certificazioni insensate e quasi impossibili da ottenere.

In particolare si chiede a chi ha patologie proprie di presentare una certificazione di un “competente specialista di una ASL” dove sia “espressamente indicato" che “le situazioni di disabilità psico-fisiche sono tali da rendere disagevole il raggiungimento del luogo di lavoro e che la prestazione lavorativa può essere svolta a domicilio”. Questa documentazione viene esplicitamente chiesta anche ai dipendenti che hanno la 104, in contrasto con lo stesso regolamento, come già più volte precisato dalla FLC CGIL.

A chi ha patologie per familiari o conviventi viene chiesto che il medico “competente specialista di una ASL” certifichi l’”esigenza di cura degli stessi da parte del richiedente il telelavoro”. Per fortuna in questo caso sono esplicitamente esclusi dalla certificazione i dipendenti già ammessi a fruire della legge 104.

Infine a tutti si chiede di utilizzare Google Maps per il calcolo del percorso casa-lavoro. Bene che ci sia un sistema unico, ma dubitiamo che sia utilizzabile in tutti i casi, visto che i trasporti pubblici locali non sono tutti registrati nel sistema e che google calcola i percorsi in modo non univoco, ma adeguandosi a orari dei mezzi e al traffico.

Chi usufruisce dei benefici della legge 104 per se stesso deve essere escluso dalla richiesta della documentazione ulteriore, come da regolamento (articolo 9 comma 4). Ma anche in tutti gli altri casi l’Istat non può pretendere di dettare la formulazione esatta di un certificato rilasciato da altre strutture pubbliche.

La certificazione invece richiesta ai familiari con gravi patologie sull’esigenza di cura da parte del richiedente è del tutto incongrua, eventualmente potrebbe essere sostituita da un’autocertificazione in cui il lavoratore dichiara che assisterà il familiare, in caso di ottenimento del telelavoro.

E’ assurdo che ci si accanisca con richieste deliranti nei confronti di chi già affronta un disagio personale quotidiano. La FLC CGIL diffida in ogni caso l’amministrazione dall’escludere dalla procedura o dal penalizzare nel punteggio i lavoratori che non produrranno la documentazione richiesta nei termini dell’email inviata ai dipendenti Istat interessati.

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