Lo scorso giovedì è stato finalmente approvato dal Consiglio dell’Istat, con 10 mesi di ritardo rispetto al previsto, il Piano di fabbisogno 2014-2016. Ci sono voluti dieci mesi per modificare un testo che nella sua prima versione disegnava per l’Istituto la rottura netta tra bisogni e aspirazioni dei lavoratori dell’Istituto e le linee di indirizzo dell’Amministrazione. Ciò per quel che riguardava sia il già fragile percorso di immissione in ruolo dei precari, che la prospettiva di valorizzazione professionale del resto del personale.
Approvato il piano si avvia dunque per l’Istituto la verifica della volontà della nuova gestione di realizzare davvero dei punti di avanzamento nelle condizioni di lavoro del personale dell’Istat. Si inizia domani venerdì 31 ottobre con il tavolo sulle proroghe del personale a termine nel quale staremo a vedere se le buone intenzioni, espresse rispondendo alla nota unitaria di Flc Cgil, Uil e Anpri, si trasformeranno in proposte concrete e chiare. Si prosegue valutando tempi e modalità di convocazione dei richiesti tavoli sindacali per discutere di valorizzazione del personale.
Nel testo portato in Consiglio sono state recepite le principali proposte dalla FLC CGIL esposte nella nota del 19 ottobre scorso. E’ infatti stata ripristinata una proporzione corretta tra il II e il III livello, in favore di quest’ultimo, fra le assunzioni programmate fino al 31 dicembre 2016. Nel complesso infatti sono previste 21 assunzioni al III livello e 10 al II, mentre nella versione precedente del piano erano 13 al III e 16 al II. E’ stata inoltre ripristinata la frase che legava l’eventuale accordo sulle proroghe dei contratti a tempo determinato alle “attività connesse ai censimenti e agli impegni assunti in base a rapporti con soggetti nazionali, comunitari e internazionali”.
Al netto delle criticità che permangono nel documento, nella situazione di emergenza che caratterizza il futuro dei precari e di miseria di prospettive per tutti i lavoratori, a causa dei numerosi e ripetuti vincoli normativi sul turnover e sulla contrattazione, complessivamente, se il testo approvato è rimasto quello entrato al Consiglio, siamo arrivati a un documento che riconosce lo stato delle cose e prende alcuni impegni a nostro avviso necessari :
- L’Istat stanzia in questo Piano il massimo delle risorse previste dalla legge (il 50% del turnover 2012-2015) per i concorsi riservati ai precari, e dichiara di voler trovare un accordo sindacale per prorogarne i contratti, data la natura non temporanea del loro lavoro.
- L’Istat dichiara di volere trovare i modi per finanziare la contrattazione integrativa e per lavalorizzazione del personale, anche con eventuali economie aggiuntive, come richiesto dalla FLC CGIL.
- L’Istat dichiara nei prossimi anni un fabbisogno di 474 persone, cioè il numero attuale di lavoratori precari, sommato ai pensionamenti previsti, dunque una precisa indicazione fuori da ogni ambiguità. Inoltre questo modo sintetico di descrivere i fabbisogni, li rende chiari, lascia spazio anche per le progressioni (articolo 15 e articolo 54) e soprattutto evita le tabelle analitiche dei singoli dipartimenti e direzioni presenti in origine, realizzate in modo disomogeneo e in alcuni casi pericolosamente ambiguo tra la richiesta di personale aggiuntivo e quella di personale precario.
Come detto, dopo settimane praticamente ininterrotte di mobilitazione del personale, è nei prossimi giorni che verificheremo concretamente se l’amministrazione ha intenzione, finalmente, di dare seguito alle proprie parole.
Infatti, rispondendo formalmente alla nota FLC CGIL, UIL RUA e ANPRI del 12 ottobre, l’amministrazione ha convocato per venerdì 31 ottobre un incontro per discutere sulle proroghe in deroga dei contratti ai sensi del D. Lgs. 368/2001. Ricordiamo che l’Istat, con una modalità del tutto fuori logica, aveva fatto saltare il tavolo lo scorso 10 ottobre, con una proposta “non negoziabile” che prevedeva semplici proroghe annuali. Nella nota unitaria le organizzazioni sindacali indicavano una disponibilità a sedersi nuovamente a trattare, unicamente nel caso in cui l’opzione della proroga annuale nella versione presentata dall’Istat fosse stata espunta dalla discussione. Ci aspettiamo dunque una proposta che sia pulita dalle ambiguità inserite nell’ultimo testo e espliciti nelle delibere individuali l’estensione normativa della proroga, in ragione dell’accordo, al 31 dicembre 2020. La modalità con cui si esplicita la connessione con il vincolo finanziario, che per noi può essere una clausola risolutiva come previsto dal Contratto Nazionale, può essere comunque costruita in modo vario, pur escludendo i “contratti annuali” all’origine della rottura sindacale.
Ci aspettiamo poi una gestione dei tempi di questa fase finale del tutto diversa da quella in uso all’amministrazione Istat. Sia chiaro che i contratti del personale a termine sono in scadenza tra 60 giorni e la chiusura dell’accordo dovrà avvenire nel giro di giorni, non certo di settimane.
Allo stesso tempo, sul versante della contrattazione integrativa, abbiamo chiesto il 22 ottobre la convocazione urgente di un primo incontro e ci aspettiamo quindi un atto in questo senso da parte dell’amministrazione, anche in conseguenza di quanto scritto nel Piano di fabbisogno, nonché in relazione al testo attuale della legge di stabilità, che vede una proroga del blocco della contrattazione nazionale per tutto il 2015, ma non limita invece, per i prossimi anni, la possibilità di utilizzare la contrattazione di ente per le progressioni, come la FLC CGIL aveva proposto in questi mesi. A normativa vigente è quindi possibile non solo prevedere applicazioni contrattuali ex articolo 53 e 54 per gli anni 2012, 2013 e 2014 con conseguenze economiche a partire dal 2015. E' anche possibile far partire fin da ora procedure per il prossimo anno che diano immediatamente un riscontro in termini di salari reali.