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ISTAT, verso la fine dell’anno: un brindisi alla modernizzazione?

I vertici dell'ente invitano il personale in cortile il 23 dicembre

22/12/2016
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Venerdì mattina alle 12, si legge sulla Intranet dell’Istituto, si terrà un inedito brindisi nel cortile della sede di via Balbo.

Come abbiamo già detto e scritto in occasione dell’inaugurazione della mostra per i 90 anni, c’è ben poco da festeggiare per le lavoratrici e i lavoratori dell’Istat.

In particolare lo stato di attuazione della “modernizzazione”, che quest’anno ha esplicato una serie di effetti concreti sulla vita e sul lavoro dei dipendenti, con la chiusura dell’anno lascia numerosi interrogativi sul campo.

Le nomine e l’assoluta mancanza di trasparenza con cui sono state gestite hanno suscitato numerosi interrogativi. L’auspicata riduzione delle spese per le posizioni dirigenziali non c’è stata né attraverso un contenimento degli emolumenti (tabella) né attraverso la riduzione del numero delle posizioni. Addirittura la nuova dirigenza – non ancora completata – è stata ritoccata dopo pochi mesi, sdoppiando la direzione della comunicazione, novità che diventerà effettiva dal 24 dicembre. Il cerchio magico andava rafforzato? O forse più semplicemente babbo natale non abita in Lapponia ma all’Istat? Sul nuovo organigramma persino la Corte dei conti ha trovato da ridire.

Il 2016, parallelamente alla riorganizzazione, è stato anche l’anno della mobilità del personale, legata sia  alla modernizzazione che alla “razionalizzazione” delle sedi: una follia. Un piano partito malecondotto malefinito male. E i cui strascichi continueranno nei prossimi mesi.

Ma ciò che interessa di più alle lavoratrici e ai lavoratori dell’Istituto sono i contenuti della modernizzazione, a tutt’oggi di difficile interpretazione. Il nuovo assetto ha infatti contribuito a rendere caotico il processo di produzione. Gli uffici territoriali, parafulmine di tutte le attività sul campo, senza una direzione e privi di un riferimento centrale, rischiano di non avere quel rilancio che sarebbe necessario come non mai. Le direzioni trasversali, e in particolare quella della raccolta dati, faticano a definire i rapporti in modo chiaro e lineare con le strutture di produzione e i rischi che vedevamo quando il progetto è stato presentato non sembrano ad oggi sventati. Alcuni progetti strategici  per l’ente, primo fra tutti quello del censimento permanente della popolazione, non sono ad oggi definiti. L’Istituto sta vivendo una fase difficile e l’amministrazione non può pensare di superarla con un brindisi natalizio o con le “interviste ai protagonisti della modernizzazione” sulla Intranet, o ancora con la brochure patinata (e costosa?) che sarà distribuita a gennaio con i buoni pasto.

Occorre sciogliere le questioni organizzative, e dove necessario tornare indietro su alcune scelte, confrontandosi anche con le organizzazioni sindacali. Contemporaneamente, il personale va finalmente valorizzato: stabilizzando i precari, assicurando prospettive di salario e carriera per tutti.

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