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Codice etico e di comportamento Istat 2015: le osservazioni della FLC CGIL

Snellita e migliorata la bozza rispetto a due anni fa

07/01/2016
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A fine 2015 l’Istat ha predisposto una nuova versione della bozza di codice etico e di comportamento. Rispetto al documento del 2013, notiamo innanzitutto che nel titolo si è “persa” l’etica e il codice è diventato semplicemente “di comportamento”. Secondo noi il codice dovrebbe rimanere invece “etico”, in quanto dovrebbe rappresentare un impegno ulteriore in termini di trasparenza e tutela del benessere collettivo rispetto alle disposizioni contrattuali e normative, mentre il “comportamento” richiama un'accezione sanzionatoria che attiene (o dovrebbe attenere) al codice generale dei dipendenti pubblici, più che al codice interno Istat.

Oltre ad avere inviato il modulo con le proposte puntuali di modifica, facciamo alcune osservazioni di carattere generale.

La nuova versione è molto più snella della vecchia (13 pagine invece di 18). Sono stati infatti eliminati molti commi, rimandando al Codice generale e esplicitando solo pochi principi aggiuntivi negli articoli 3 e 4.

E’ stato inoltre snellito il preambolo, senza virgolettati e senza inglesismi, ma con riferimento esplicito alla missione istituzionale dell'istituto, alla valorizzazione della professionalità dei destinatari, al ruolo di ricercatori e tecnologi e ai principi di indipendenza, imparzialità e qualità dell'informazione statistica.

Manca invece il riferimento alla collaborazione con gli altri enti del Sistema statistico nazionale e della Pubblica Amministrazione, con il mondo della ricerca e con la società civile, anche allo scopo di accrescere la cultura statistica, e al Sistema statistico europeo e internazionale.

Nel nuovo articolo 1 sono stati inseriti due nuovi commi che richiamano le disposizioni contrattuali e i principali documenti normativi interni ed esterni, a partire dalla Carta Europea dei Ricercatori.

Viene chiarito che i dirigenti, ai fini del documento, sono “i titolari degli uffici dirigenziali di cui all’art. 7, comma 1, del D.P.C.M. 28 aprile 2011”, ovvero capi dipartimento, direttori, capi servizio e dirigenti degli uffici territoriali.

Sono state inoltre recepite alcune delle proposte di modifica puntuali che la FLC CGIL aveva inviato due anni fa.

Il nuovo documento è molto più centrato sull’Istituto nella sua interezza. La vecchia bozza riguardava infatti quasi esclusivamente la parte amministrativa e i suoi dirigenti, come se l’Istat fosse un ministero. Registriamo che ci sono voluti due anni per produrre un documento rivolto a tutto il personale dell'Istituto.

Ricordiamo per l’ennesima volta che l’Istat è uno dei pochi enti del comparto a non avere un comitato scientifico, come previsto dal contratto. Non è quindi responsabilità del codice etico se non ce n’è traccia, ma costituirlo e assegnargli delle prerogative chiare sarebbe uno dei passaggi per noi necessari nell’ambito della riorganizzazione che è in corso di attuazione.

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