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Codice etico: l'Istat non è un ministero

La FLC CGIL invia le proposte di modifiche, ma rimangono perplessità sull'impianto generale

07/01/2014
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Anche l'Istat, come tutti gli enti pubblici, si sta adeguando alla nuova normativa "anticorruzione". A dicembre è stata varata una bozza di codice etico e di comportamento dell'Istituto Nazionale di Statistica".

La FLC CGIL ha chiesto un incontro di chiarimento, ma l'unica risposta è stata una proroga dei termini per inviare proposte di modifica e integrazione al testo in bozza.

La nostra richiesta era legata all'impianto generale del testo, che colloca l'Istituto tra gli enti pubblici, senza - quasi in nessun luogo - citare le specificità dell'ente. 

Ricordiamo, e vorremmo fosse maggiormente specificato nel testo del codice, che l'Istat fa parte degli enti pubblici di ricerca, è dotato di autonomia e indipendenza, e i propri dipendenti lavorano svolgendo in gran parte attività di ricerca, tecnologica o di supporto alla stessa.

Il Codice proposto, a parte la premessa che cita la vision dell'Istituto e un unico accenno nei principi, non tiene conto di cosa è l’Istat.

La gran parte dei dipendenti dell'Istituto si occupa di fare statistiche e non atti amministrativi. Andrebbe forse preso spunto dal Codice delle statistiche europee, recentemente revisionato, per avere un riferimento iniziale adeguato e circostanziato alle attività dell'Istituto e dei suoi dipendenti.

E' assente nel codice qualsiasi ruolo per i capi unità operativa, e soprattutto non si citano le norme di legge e contrattuali che specificano le prerogative e i diritti, in materia di attività extraistituzionale e orario di lavoro, di ricercatori e tecnologi, si dimenticano alcune prerogative della contrattazione sindacale e si interviene in alcuni casi prevedendo divieti difficilmente rilevabili e non di competenza dell'Istituto.

C'è un'ambiguità, relativa al solito problema della definizione della dirigenza, che crediamo debba essere sciolta da subito. Due anni fa contestammo infatti duramente la fallimentare procedura brunettiana messa in piedi dall'Istituto, che utilizzava come "dirigenti" preposti alla valutazione i capiservizio. Oggi, nella bozza di codice a noi proposta, i dirigenti ritornano ad essere solamente quelli previsti dal D.lgs. 165/2001: direttori e dirigenti amministrativi.

La FLC CGIL ha inviato le sue proposte di modifica e integrazione, prendendo spunto dai numerosi input ricevuti dai lavoratori stessi, tese soprattutto a rendere il codice efficace, aderente alla normativa e alla contrattazione più di quanto non risulti dalla bozza, in ogni caso ciò rappresenta solo una parte di quanto vorremmo sottoporre ad interrogazione e modifica ed integrazione.

Auspichiamo dunque, nell’interesse dell’Istituto, che al più presto sia convocato un incontro con le organizzazioni sindacali come richiesto, per una discussione esaustiva sugli argomenti in esame.

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