L’assemblea di venerdì 24 novembre ha aperto molti fronti di dibattito, con diverse opinioni espresse con rara franchezza su alcuni punti, segnale che c’è bisogno di uno spazio pubblico dove poter discutere liberamente del funzionamento dell’Istituto nazionale di statistica. Alcuni contributi ci sono inoltre arrivati – durante e dopo l’assemblea - in forma scritta.
All’inizio è stata proiettata una presentazione: una sintesi del rapporto finale che abbiamo inviato a tutto il personale a fine ottobre.
Le slide sono scaricabili dal nostro sito
Nei vari interventi che si sono succeduti, alcune questioni sono state citate più spesso.
La prima è quella dello scarso ascolto da parte dell’alta dirigenza dell’Istituto rispetto al personale, che segnala una grande distanza fra chi detiene il potere e tutti gli altri. La modernizzazione è “passata addosso” alla stragrande maggioranza del personale. I capi servizio sono visti come ricattabili e ricattati.
La seconda è quella degli uffici territoriali, ulteriormente indeboliti dalla riorganizzazione, senza la direzione che svolgeva comunque un ruolo di coordinamento e di sintesi, con un accorpamento insensato e un modello che sembra richiamarsi all’antichissimo “ufficio di corrispondenza” (altro che “modernizzazione”!). Gli uffici territoriali con “mezzi dirigenti” stanno perdendo rapporti con il territorio e il loro ruolo nel Sistan, anche dove erano stati fatti passi avanti negli scorsi anni. Il fatto che manchi un mese alla scadenza degli incarichi e non trapeli nessuna notizia è indicativo della considerazione di cui gode la rete territoriale.
Se fa paura il nuovo Istat disegnato dalla modernizzazione, in vari interventi si è ricordato quanti limiti avesse il vecchio Istat, quello del presidente Giovannini – che dell’Istat ha fatto un trampolino di lancio personale per una carriera politica peraltro subito stroncata - o addirittura quello degli anni ’80: difficile provare nostalgia per i vertici precedenti. Molti ritengono conseguentemente che i problemi individuati dal progetto di modernizzazione siano almeno parzialmente effettivi e che un intervento di “riorganizzazione” fosse necessario. Nella pratica però spesso le soluzioni non stanno effettivamente funzionando. In altri casi, le “novità” portate dalla gestione Alleva sono addirittura considerate pericolose e si rischia di perdere gli standard di qualità e correttezza che hanno garantito all’Istat una autorevolezza sempre maggiore nel tempo. Il disegno della modernizzazione è stato fatto solo per grandi linee, senza pensare ai dettagli. Vari interventi hanno fatto riferimento alla successiva implementazione che si sono trovati davanti i colleghi nella concretezza del lavoro di tutti i giorni. Chi si occupa di cosa? Quali sono i confini tra strutture di produzioni e direzioni “trasversali”? Molti problemi si stanno risolvendo grazie all’etica, alla professionalità e al senso dell’istituzione delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Istat. Non certo grazie a strumenti inutili e costosi, come il PPMO. La dedizione dei colleghi, a volte encomiabile, si è vista anche nella recente occasione della lavorazione per i collegi elettorali: settimane di lavoro febbrile e “clandestino”, senza riconoscimenti e – per i precari che saranno assunti a fine anno – con la difficoltà (o impossibilità) di recuperare giorni e ore accumulati. Uno dei problemi del disegno della modernizzazione - è stato sottolineato - è derivato dal fatto che chi l’ha pensata è anche chi è ora ai vertici della nuova organizzazione.
L’ordine del giorno dell’assemblea, approvato all’unanimità:
L’assemblea riunita il 24 novembre 2017 in aula magna ritiene fondamentale che il presidente e i vertici dell’Istituto ascoltino le lavoratrici e i lavoratori, convocando le organizzazioni sindacali per un reale confronto sulla modernizzazione e sui prossimi passaggi, a partire dall’assetto e dal ruolo delle sedi territoriali.
Questa assemblea ha costituito un primo passaggio di condivisione. È necessario andare avanti per una riflessione ancora più concreta, sulle implicazioni della modernizzazione nei processi. Alcuni hanno proposto un coinvolgimento dei direttori, altri hanno pensato a riunioni per settori, cominciando da quelli maggiormente coinvolti dalla modernizzazione. La riflessione collettiva proseguirà comunque nelle prossime settimane.
Riepiloghiamo i materiali che abbiamo diffuso finora:
I primi risultati: comunicato del 26 luglio
Il report analitico: 31 ottobre
Le slide proiettate in assemblea il 24 novembre