Il 1° luglio è uscito un bando di concorso per 6 posti da dirigente tecnologo. Pur essendo previsto dal Piano di fabbisogno, nessuno ha capito l’urgenza di questa selezione. L’Istat continua a soffrire di carenze di personale in tutti i settori, non primariamente tra i dirigenti. Peraltro si sono conclusi negli scorsi mesi i concorsi banditi nel 2018, che hanno prodotto lunghi elenchi di idonei, immediatamente utilizzabili, anche per quei livelli e profili, e sono in corso le procedure articolo 15, che interessano anche il profilo di dirigente tecnologo.
Si tratta quindi di un tentativo di reclutare personale ulteriore, evidentemente o esterno o interno ma non sufficientemente in grado di essere valorizzato dal testo, molto “specifico”, dei bandi del 2018, o da quello, troppo generico, dei bandi ex art. 15.
L’attenzione di tutti si è quindi concentrata sul testo dei bandi usciti il 1° luglio.
I 6 posti sono così divisi:
1 nell’Area amministrativa
2 nell’Area tecnico-informatica
2 nell’Area tecnica per la comunicazione
1 nell’Area gestionale economica
Gli “ambiti di competenza” sono descritti in modo talmente preciso da sembrare bandi per incarichi specifici più che per un concorso pubblico.
Nell’area amministrativa gli ambiti sono: “gestione di procedimenti in materia di reclutamento del personale nella pubblica amministrazione e negli Enti di Ricerca; attività organizzativa svolta per la semplificazione e l’avvio delle procedure di reclutamento; attività di supporto normativo per l’attuazione dei percorsi di reclutamento delle risorse, anche dirigenziali, con riferimento alle diverse tipologie di profili del Personale degli Enti di Ricerca”.
Nell’area informatica si richiede “Esperienza in progettazione e gestione di sistemi integrati per la produzione statistica, con particolare riguardo all’utilizzo di più tecniche e fonti di rilevazione; organizzazione di reti di rilevazione complesse e integrate nei processi di produzione. Progettazione tecnica di gare per le forniture IT e green procurement. Innovazione tecnologica, definizione delle strategie e modelli di governance dei Sistemi Informativi”.
Nell’area di comunicazione si richiede “Gestione di attività di comunicazione presso soggetti pubblici o privati alla luce dei cambiamenti intervenuti con lo sviluppo degli ambienti digitali; progettazione e gestione di campagne di comunicazione integrata; progettazione e gestione di strumenti per la diffusione di informazioni quantitative; progettazione e gestione di rilevazioni, servizi e prodotti rivolti all’utenza. Coordinamento di piattaforme sociali”.
Nell’area gestionale infine si legge: “esperienza in contabilità pubblica economico patrimoniale, con particolare riferimento all'armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle amministrazioni pubbliche tenute al regime della contabilità civilistica, esperienza in gestione flussi finanziari mediante piattaforme informatizzate, normativa antiriciclaggio, bilancio della Stato”.
Quante persone, dentro e fuori dall’Istat, rispondono a questi profili così perfettamente delineati?
Se il concorso fosse destinato a personale esterno sarebbe mortificante per le professionalità interne (evidentemente ritenute non sufficientemente “competenti”), se invece fosse per la valorizzazione dei colleghi che svolgono da anni questo lavoro sarebbe inutile e sproporzionato come strumento (esiste l’articolo 15!).
In ogni caso si tratta di un concorso inopportuno nella tempistica e nelle modalità, che riesce ad essere ancora più caratterizzato di quelli del 2018.
Ripetiamo ancora una volta: l’Istat non ha bisogno di nuovi dirigenti. Ha bisogno di nuovo personale ai livelli di ingresso e di valorizzazione professionale interna, che si ottiene, al momento, con gli strumenti contrattuali esistenti e non con improbabili concorsi ad hoc: articolo 15, articolo 22, articolo 53, articolo 54, articolo 42, riserve nei concorsi pubblici. La sofferenza dell’Istituto per quanto riguarda il reclutamento e la valorizzazione, insieme alla contrarietà al progetto 3-I, era al centro dello sciopero dello scorso 20 giugno. Avere pubblicato questo bando solo dieci giorni dopo dimostra che i vertici dell’Istituto continuano nella loro sordità rispetto alle esigenze di lavoratrici e lavoratori.