Il Consiglio dell'Istat, finalmente completato ufficialmente nella sua composizione, ha approvato martedì 12 novembre la riorganizzazione proposta dal presidente Chelli, che presenta ulteriori novità rispetto alla brevissima informativa dello scorso 30 ottobre. Di seguito il comunicato al personale della FLC CGIL, contenenente una prima lettura e analisi della ristrutturazione.
APPROVATA LA RIORGANIZZAZIONE LAMPO DI CHELLI
EMERGONO NOVITÀ ULTERIORI RISPETTO A QUELLE ANNUNCIATE
RISTRUTTURATA LA RACCOLTA DATI
SOPPRESSI IL SERVIZIO TDA E IL SERVIZIO ATD
PREOCCUPAZIONE PER IL PERSONALE COINVOLTO
Appena insediato in modo ufficiale il Consiglio, il progetto di riorganizzazione “minimale” proposto dal presidente Chelli è stato approvato.
Leggendo il documento che elenca e descrive le strutture dirigenziali, le novità sono riassumibili in estrema sintesi con la creazione di un dipartimento, una direzione e due servizi nuovi, mentre parallelamente vengono soppresse due direzioni e eliminati due servizi. Il totale delle strutture dirigenziali rimane il massimo consentito dalla norma (71).
Rispetto a quanto annunciato nell’incontro del 30 ottobre e nell’”informativa” fornita alle organizzazioni sindacali ci sono ulteriori novità: la costituzione di un nuovo servizio sulle “migrazioni”, ma anche la ristrutturazione completa della direzione di raccolta dati, i cui servizi cambiano radicalmente impostazione, essendo basati sulla presenza o assenza di una rete di rilevazione sul campo, e sulla natura “pubblica” o “privata” della stessa rete. Questa impostazione pone ulteriori problemi di ricollocamento del personale da risolvere: dove vanno a finire ad esempio i colleghi delle sedi regionali attualmente divisi tra RDH (raccolta dati per le statistiche demografiche, sociali e welfare) e RDI (raccolta dati per le statistiche economiche e ambientali)? Inoltre appare contraddittorio che i due servizi, che attualmente risponderebbero perfettamente alla nuova divisione delle strutture di produzione (statistiche socio-demografiche e statistiche economiche e ambientali), siano ristrutturati secondo una logica completamente diversa.
Altre novità rispetto alle operazioni già annunciate riguardano la soppressione del servizio TDA nella DCPT e del servizio ATD, che nelle ipotesi fatte dal presidente a fine ottobre doveva passare in capo alla nuova direzione “Sistan e Uffici territoriali”. In entrambi i casi sarebbe opportuno chiarire meglio se le attuali funzioni (e quindi il personale preposto) dei servizi soppressi rimangono, come sembra, all’interno delle rispettive direzioni, oppure no.
Ma veniamo nel dettaglio a una prima analisi della Nuova organizzazione e dei compiti di ciascuna struttura, comparando il documento pubblicato ieri e quello attualmente in vigore.
Direzione generale (DGEN)
Non cambia nulla per le direzioni e i servizi giuridico amministrativi, ma la direzione DCPT perde il servizio TDA, probabilmente accorpato all’attuale PSP. Infatti anche le attività oggi in capo a TDA non rinominate nella Nuova organizzazione del servizio PSP (“le attività finalizzate al controllo di gestione, al risk management e all’internal audit; nonché la programmazione e il coordinamento della predisposizione delle analisi dei rischi e delle valutazioni di impatto sulla privacy”) sono comunque elencate fra le attività della direzione DCPT.
Una piccola novità riguarda la DCAL, tra i cui compiti c’è la “predisposizione di pareri consultivi alle strutture dirigenziali tecniche su questioni di interesse generale dell’Istituto”: è stata aggiunta, rispetto al precedente documento, la parola “consultivi”.
Dipartimento di produzione statistica (DIPS) perde la Raccolta Dati e si sdoppia in:
Dipartimento statistiche economiche, ambientali e conti nazionali (DIAE)
Acquisisce a staff l’attuale servizio trasversale PSS, nonché la direzione centrale trasversale DCAT, che perde un servizio, probabilmente “accorpando” gli attuali servizi ATA e ATD: una sorte diversa rispetto a quanto prospettato inizialmente, quando i colleghi del servizio ATD sembravano destinati a transitare nella nuova direzione Sistan e Uffici territoriali.
La direzione DCSE perde la funzione di sviluppo e gestione “del registro delle aziende agricole in collaborazione con la Direzione centrale per le statistiche ambientali e territoriali”, che passa alla DCAT.
Dipartimento per le statistiche sociali e demografiche (DISD)
Acquisisce a staff l’attuale servizio trasversale PSV, nonché un nuovo servizio sotto la DCDC, che si occuperà di studi sulle migrazioni: una novità rispetto alla scorsa settimana, derivante probabilmente dalle richieste espresse in Consiglio da un membro attualmente in pensione, già presidente dell’Istat. Sulla nomina di Blangiardo in Consiglio rimane senza risposta, al momento, l’interrogazione parlamentare presentata alla Camera dei deputati.
Tra i temi di studio della DCDC cambia (e non sembra casuale!) leggermente la declaratoria di quello sulle discriminazioni:
Dipartimento per lo sviluppo di Metodi e tecnologie per la produzione e diffusione dell’Informazione Statistica (DIRM)
Conserva la DCME, la DCIT e la DCCI, si arricchisce della DCRD (Raccolta Dati), che mantiene 5 servizi come ora, ma con un’organizzazione radicalmente cambiata, e non spiegata in nessun modo:
È certamente interessante la centralità apparente della “rete di rilevazione” (presente o assente, pubblica o privata) nella nuova definizione delle strutture: ci auguriamo che possa essere il preludio al ragionamento necessario sulla internalizzazione di alcune indagini, come lo stesso presidente Chelli aveva ipotizzato negli scorsi mesi. Questa classificazione appare però in contraddizione con la separazione del dipartimento di produzione, basata invece sulla tassonomia economico/sociale, che qui scompare. Ovviamente è determinante capire come sarà decisa la ricollocazione del personale afferente agli attuali servizi.
All’interno della DCCI la competenza del Laboratorio Adele, anche sul territorio, passa dal servizio CIC, che parallelamente perde la connotazione “territoriale”, al servizio CIA. L’attività di supporto nelle sedi regionali per l’accesso al Laboratorio Adele si sposta sui servizi territoriali (DCST).
Direzione Centrale Rapporti Esterni (DCRE)
La DCRE perde i servizi territoriali (REC, RED, REE e REF) e quello di coordinamento del Sistan (REB), mantiene gli Affari Internazionali (REA), il servizio di Protezione dei Dati (RPD), e l’ufficio stampa (non dirigenziale), acquisisce infine il nuovo servizio sulla cybersecurity.
Direzione Centrale Sistan e Territorio (DCST)
Questa nuova Direzione acquisisce i servizi persi dalla DCRE (REB, REC, RED, REE e REF).
Nella comunicazione al personale il Presidente ne motiva la creazione con “il riconoscimento del ruolo degli uffici territoriali nel rafforzare la prossimità dell’Istituto ai diversi territori.” Nel nuovo atto organizzativo alla Direzione “è affidato il supporto al Presidente per il coordinamento delle analisi e di valorizzazione dell’informazione statistica sul territorio” ma a parte il compito ovvio di “coordinamento degli Uffici territoriali dell’Istituto” non compaiono tra le altre attribuzioni funzioni direttamente riconducibili alla valorizzazione del ruolo degli Uffici territoriali e all’incremento della prossimità dell’Istituto ai diversi territori. Trattandosi di un tema lungamente dibattuto ma mai concretamente attuato (ne è riprova il fatto che nella comunicazione del Presidente sia necessario ancora parlare di “riconoscimento del ruolo degli uffici territoriali…”), ci aspettavamo una declinazione più incisiva delle funzioni in capo alla nuova Direzione. Analoga mancanza si riscontra in riferimento alle funzioni degli Uffici territoriali, che rimangono invariate se non per due aspetti non particolarmente rilevanti: la previsione esplicita di collaborazione “per le operazioni di raccolta dati” (peraltro già svolte) previa programmazione delle attività non più solo con il DIPS ma con le strutture di tutti e tre i nuovi dipartimenti, e il supporto sul territorio per l’accesso al Laboratorio ADELE.
Ferme restando le critiche già espresse sulle modalità e la tempistica di questa riorganizzazione, gli elementi di preoccupazione generale riguardano la ricollocazione del personale afferente alle strutture soppresse da questa nuova organizzazione (le direzioni DVSS e DVSE, i servizi TDA e ATD) ma anche a quelle fortemente ridisegnate (come i servizi di Raccolta Dati). La richiesta minima della FLC CGIL è che, come accaduto nel 2021 con l’ultima riorganizzazione, ci sia un processo di accompagnamento del personale coinvolto, con l’obiettivo di massimizzare le preferenze personali.
D’altra parte, rimane un mistero come verranno popolate le nuove strutture. Ci riferiamo in particolare ai servizi sulle migrazioni e sulla cybersecurity. C’è il rischio che rimangano, almeno per un periodo iniziale, strutture vuote, come accaduto negli scorsi anni con le direzioni DVSE e DVSS.
In generale la sensazione è che alla base di questa riorganizzazione, in continuità con le precedenti, uno dei driver più rilevanti sia l’opportunità creata da alcuni prossimi pensionamenti. Auspicando che non si creino nuovi problemi, dovuti alla separazione della Raccolta dati dalla Produzione, alla sua ristrutturazione, e all’evidente sovradimensionamento del dipartimento trasversale (DIRM).
FLC CGIL ISTAT, 14 novembre 2024