Nel pomeriggio di ieri 26 ottobre è stato pubblicato il calendario con la lista dei 46 candidati "promossi" alle prove orali, che si terranno tra il 28 novembre e il 5 dicembre. Il numero complessivo di posti a concorso era pari a 30.
Per l'area A (statistico-metodologica) i posti a concorso sono 5, sono stati ammessi 9 candidati: 5 attualmente a tempo indeterminato (2 al VI livello, 1 al V e 2 al IV), 3 precari già inquadrati col profilo di ricercatore e 1 esterno.
Per l'area B (statistica economica) i posti a concorso sono 13, gli ammessi sono 17. Tra questi 9 sono attualmente a tempo indeterminato (4 al VI livello, 4 al V, 1 al IV), 7 sono precari con profllo da ricercatore e 1 è esterno.
Per l'area C (statistica sociale e ambientale) i posti a concorso sono 10, gli ammessi 18. Di questi 13 sono attualmente inquadrati all'Istat con contratto a tempo indeterminato (11 al VI livello, 1 al V e 1 al IV), 2 sono precari con contratto da ricercatore a tempo determinato e 3 sono esterni.
Per l'area D (statistica econometrica) i posti a concorso sono 2 e gli ammessi sono esattamente 2, entrambi precari con profilo da ricercatore.
Nel complesso tra i 46 candidati ammessi 27 sono in ruolo all'Istat, 14 sono precari e 5 sono esterni. Il numero di precari ammessi è decisamente minore nell'area C (statistica socio-ambientale).
Gli esclusi sono davvero tanti, sia a livello assoluto che in proporzione rispetto alla già dura selezione operata con il concorso da tecnologo, finito qualche mese fa e per cui i vincitori saranno assunti il prossimo 15 novembre. Gli ammessi all'orale sono meno del doppio rispetto ai posti a concorso in tutte le aree. Ci sono 4 ammessi tra i dipendenti della sedi territoriali (al concorso da tecnologo non ne era passato nessuno), altre direzioni appaiono decisamente penalizzate, come l'ex DICA (tra i lavoratori dell'ultimo censimento della popolazione non risulta nessun ammesso) o la nuova direzione della raccolta dati (solo una persona ammessa).
La FLC CGIL invita come sempre i candidati non ammessi a fare accesso agli atti e – se ci sono i presupposti – affiancherà gli interessati in azioni legali a tutela dei propri diritti.
Come più volte fatto presente, questo concorso - che chiude la partita aperta con i bandi usciti a dicembre 2011 - non poteva e non può rappresentare una reale soluzione al precariato in Istituto, innanzitutto per l'esiguità dei numeri e poi perché fa riferimento alla "fotografia" di 5 anni fa, quando i lavoratori a tempo determinato allora presenti avevano un'esperienza lavorativa all'Istat decisamente minore.
E' quindi necessario che si arrivi - come più volte condiviso dai vertici dell'Istituto - ad un provvedimento di stabilizzazione, già a partire dalla legge di bilancio 2017 in questi giorni in via di predisposizione.
Inoltre già dall'incontro di oggi porremo ancora una volta la questione dello scorrimento delle graduatorie esistenti a tutti i livelli, utilizzando le risorse "risparmiate" rispetto alle previsioni, grazie al fatto che molti dei vincitori sono già di ruolo all'Istat.