Oggi 8 ottobre è uscita in Gazzetta ufficiale la riapertura dei termini per i concorsi banditi lo scorso anno, con contestuale aumento dei posti.
Secondo l’amministrazione questa decisione avrebbe l’obiettivo di consentire una maggiore partecipazione da parte dei candidati.
La nuova data di scadenza – e di riferimento per i requisiti e i titoli - è il 5 novembre 2019.
Sono aumentati i posti: da 12 a 16 al I livello, da 8 a 16 al II, da 30 a 42 al III.
E’ stata creata una sola area nuova (informatica), al II livello.
I posti sono stati aumentati in maniera diversificata.
Oltre ad arrivare a un numero pari di vincitori per tutte le aree (per risolvere la questione della riserva del 50%), sono state fatte scelte non omogenee, penalizzando alcune aree dove l'aumento dei posti non è stato operato, come quella della raccolta dati e quella metodologica, "premiata" solo al II livello probabilmente perché in abbinamento con l'informatica.
E’ cambiata la declaratoria di una sola area: quella sociale al I livello. Ora include tutte le attuali aree di attività delle statistiche sociali.
Viene data la possibilità di fare domanda su più aree nello stesso profilo, in tutti i livelli.
Uno schema dei posti per livello, area e profilo prima e dopo
Al II livello, per risolvere l’incongruenza tra la somma dei punteggi e l’”idoneità” sono state incrementate ancora di più le soglie: per passare il concorso bisogna raggiungere un minimo di 56 su 70 nei titoli e 24 su 30 nel colloquio (80 in totale). Del resto secondo l’amministrazione, la riapertura dei termini farebbe ricadere il concorso nella nuova normativa “Bongiorno”, che vieta di fare idonei nei concorsi pubblici. Facciamo presente che questa normativa è destinata probabilmente a essere nuovamente cambiata su impulso della nuova ministra Fabiana Dadone.
Secondo noi l’unica operazione sensata sarebbe stata quella di ribandire da capo i concorsi o comunque di cambiarne le aree, rendendole più larghe, rispondenti alle professionalità esistenti dentro e fuori dall’Istat.
Per quanto riguarda il I e II livello, come noto, la FLC CGIL sostiene che la strada principale se non unica sia quella di far ripartire le progressioni interne ex art. 15, per le quali pende peraltro il ricorso che abbiamo supportato che chiede lo scorrimento di quelle passate, ai fini della valorizzazione delle risorse interne all'istituto.
Sul III livello, la riapertura dei termini e la possibilità di fare domanda su più aree potrebbe aumentare il numero di candidati e quindi il ricorso alle prove preselettive, che andrebbero escluse almeno per il personale interno che ha già avuto un contratto da ricercatore o tecnologo nel passato: è quello che chiediamo nuovamente di fare all’amministrazione.
Come FLC non possiamo che dare un giudizio totalmente negativo su questo atto dell'amministrazione che, ancora una volta, ha agito in maniera unilaterale.
L'aumento dei posti al III livello assolutamente irrisorio e non omogeneo, l'ottusità a non voler utilizzare l'art 15 come metodo principale per assumere al I e II livello, insieme all'aumento del numero di posizioni dirigenziali previsti dalla nuova riorganizzazione, dimostra un atteggiamento dell'amministrazione di assoluto disinteresse rispetto alle esigenze e richieste del personale.
Cosa aspettarci dal tavolo del 10 ottobre sul piano di fabbisogno?
Durante l’incontro del 3 ottobre abbiamo chiesto un’informativa sui concorsi destinati alle categorie protette le cui prove scritte si sono svolte quest’estate. Di seguito la risposta dell’amministrazione:
In merito alla richiesta circa lo stato delle procedure concorsuali riservate alle persone appartenenti alle categorie protette di cui all’art. 1 della legge n. 689/81, si rappresenta che: