Nelle due riunioni di questa settimana con la nuova delegazione dell'amministrazione, è stata distribuita un'informativa sul nuovo capitolato che riguarderà l'appalto per i punti ristoro e le macchinette nelle sedi romane dell'Istat, che fa seguito al nostro sollecito di aprile. Abbiamo analizzato il documento, confrontandolo con le nostre proposte inviate a febbraio, e abbiamo inviato al Direttore generale le nostre osservazoni.
Il documento appare eccessivamente generico e non chiarisce le decisioni prese dall'amministrazione. Le richieste e i suggerimenti contenuti nella nostra nota sollevavano questioni varie e concrete in riferimento alla garanzia della qualità sia di origine e produzione dei cibi distribuiti nelle mense, sia nella gestione complessiva del servizio di cui abbiamo ritrovato nell’informativa dell'amministrazione solo cenni incompleti e generici: cibi di “ottima qualità” e “prima scelta”!
Non viene indicato alcun vincolo rispetto alle percentuali di utilizzo di cibi provenienti da fornitori che operano all'interno di regimi di controllo e certificazione europei per i prodotti biologici, IGP e DOP, né riferimenti alle proporzioni di utilizzo di frutta e verdura fresche e di stagione.
Non vi è alcun impegno a preferire prodotti a km0 al fine di ridurre il più possibile gli impatti ambientali del trasporto delle merci. C'è solo un generico riferimento ad un ‘ulteriore punteggio’ per menù specifici rivolti a persone con intolleranze alimentari o che seguono diete particolari in ragione di scelte etiche o religiose, e non è chiaro se questo requisito sia vincolante o meno.
Per quanto concerne la tutela contrattuale degli attuali addetti della ditta che si occupa del servizio, il riferimento contrattuale corretto è quello al CCNL per i dipendenti da aziende dei settori pubblici esercizi, ristorazione collettiva e commerciale e turismo dell'8 febbraio 2018.
Non viene fatto cenno nell’informativa alla preferibilità di ditte che adottano comportamenti ecosostenibili e orientati al risparmio energetico.
Viene invece fatto cenno a una possibile assegnazione a ditta esterna dell'attività di audit che ci pare economicamente inopportuna, come avevamo già avuto modo di sottolineare.
Per lo stesso obiettivo, oltre a richiedere un’adeguata e documentata comunicazione agli utenti, andrebbe definita con chiarezza e sostenuta l’attività, anche di verifica diretta, del comitato mensa, che va ricostruito con criteri trasparenti e concordati.
Non è chiaro, infine, se il recupero del cibo non somministrato da destinare a organizzazioni non lucrative di utilità sociale da parte della ditta (Legge n. 155/2003) sia vincolante, come chiediamo, o opzionale per l'assegnazione del servizio.