Riportiamo di seguito il verbale (approvato all'unanimità) dell'assemblea che si è tenuta lunedì 17 dicembre presso la sede Istat di Venezia. Come già accaduto in altri uffici territoriali e nelle sedi di Roma, l'assemblea ha criticato il sistema di valutazione della performance messo a punto dall'Istat, rigettandolo.
Assemblea del personale ISTAT del 17 dicembre 2012 – Sede per il Veneto
In data odierna il personale dell’ufficio si è riunito in assemblea per discutere il seguente ordine del giorno:
Valutazione della performance
Problematiche riguardanti la sede
Varie ed eventualiRiguardo al primo punto, l’assemblea affronta un’ampia discussione sulle criticità conseguenti all’applicazione della legge 150/2009, in generale negli Enti di ricerca ed in particolare in Istat.
L’assemblea non si dichiara a priori contraria ad un corretto e coerente sistema di valutazione, ma rigetta l’attuale impostazione, incentrata sulla produttività individuale e basata su una classifica che presuppone la presenza, in ogni ufficio, di una quota prefissata di lavoratori “più bravi” e di lavoratori “meno bravi” (o meno produttivi), in questo modo dispensando premi e, soprattutto, penalizzazioni, pesanti anche dal punto di vista economico. Questa impostazione fa riferimento ad una visione demagogica, che identifica il lavoro pubblico come un covo di fannulloni da punire; non ci riconosciamo nel modo più assoluto in questa visione, ritenendo prezioso il contributo che i lavoratori dell’Istat forniscono alla statistica pubblica, e considerando, per quanto ci riguarda, l’elevato sforzo che le sedi territoriali dell’Istituto hanno sostenuto e stanno sostenendo in questa tornata censuaria per assicurare una rilevazione di alta qualità. Evidenti, dall’altra parte, sono i rischi di una simile impostazione, le cui conseguenze deleterie potrebbero facilmente portare tensioni fra i lavoratori, incomprensioni fra i lavoratori ed i propri dirigenti, punizioni, ritorsioni: tutti elementi che riducono, non incrementano, la produttività.
L’applicazione in Istat della valutazione della performance ha evidenziato ulteriori lacune e problemi:
- gli indicatori di risultato sono inadeguati a rappresentare la complessa attività di chi lavora in un Ente di ricerca, in alcuni casi sono difficilmente misurabili, in altri casi comportano un elevato ed ingiustificabile dispendio di risorse, umane ed economiche;
- gli indicatori di comportamento nascondono la (neanche troppo velata) intenzione di concedere al dirigente ampia discrezionalità nello stilare la “classifica”, dietro le pretese di oggettività e trasparenza del sistema.
Non è così che si misura la produttività in un Ente di ricerca.
Quanto al carattere sperimentale del processo, questo sembrerebbe contrastare con la recente valutazione dei revisori dei conti dell’Istat, che hanno bloccato l’erogazione del salario accessorio 2011 adducendo tra i motivi anche l’assenza di elementi di differenziazione basati sulla produttività.
Inoltre, non è ancora chiaro cosa accadrà dal prossimo anno, quando la “sperimentazione” dovrebbe concludersi.
Per tutti questi motivi, l’assemblea ha deciso all’unanimità di non voler partecipare alla sperimentazione in atto nell’Istituto né al progetto attivato nella nostra Direzione di avanzare proposte di modifiche all’attuale sistema di valutazione: si tratta di un sistema che andrebbe ridiscusso fin dalle sue fondamenta, le cui criticità non si possono risolvere con proposte di limitati aggiustamenti.
Per quanto riguarda il secondo punto all’odg, l’assemblea ritiene l’attuale sede abbastanza adeguata alle esigenze dell’ufficio, ma andrebbero effettuati importanti interventi di rinnovamento e ammodernamento. Evidentemente, eventuali proposte alternative di sede dovrebbero garantire ambienti di lavoro adeguati, in termini di strutture e di spazi per lavoratore, e una maggiore vicinanza alla stazione FS di Venezia Mestre, consentendo una migliore gestione dei tempi ai numerosi lavoratori pendolari. L’assemblea ha quindi preso atto degli sviluppi della situazione, ritenendo opportuna una riflessione per valutare l’evoluzione futura.
Non essendovi altro da aggiungere, i presenti approvano all’unanimità.