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Salari e progressioni ISTAT: il 16 marzo grande mobilitazione ma nessuna risposta

Prossimo appuntamento lunedì 23 a via Balbo

18/03/2015
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Lunedì 16 marzo si è svolta una partecipatissima assemblea che ha testimoniato l’elevato livello di tensione diffuso tra i lavoratori che dopo cinque anni di blocco delle retribuzioni non hanno ancora ricevuto risposte chiare sulla legittima esigenza di incrementare il proprio salario e vedere valorizzata la propria professionalità.

Il patrimonio di partecipazione raggiunto va salvaguardato e non deve essere disperso: è importante che nel corso di tutta la trattativa sia tenuto alto il livello della mobilitazione.

Nel pomeriggio si è svolto un incontro con il Direttore generale e il Direttore del personale. Al tema della dismissione della sede di Piazza Indipendenza si è aggiunto, per le pressioni esercitate in questi giorni da lavoratori e sindacati, quello della contrattazione integrativa su salario accessorio e progressioni economiche e di livello.

I lavoratori presenti all’incontro sono usciti con una grande insoddisfazione per la natura del tutto interlocutoria della riunione: a due mesi e mezzo dalla fine dei vincoli che hanno imposto il blocco delle retribuzioni, non è arrivata nessuna delle risposte che i lavoratori aspettavano.

È indispensabile che nell’incontro di trattativa del 25 marzo si dia contezza della partita propedeutica ad avviare qualsiasi discussione seria, cioè la rapida chiusura degli accordi per gli anni 2012, 2013 e 2014, e si avvii davvero il confronto di merito sul fondo 2015, con una analisi sulla costituzione ed una ipotesi di partenza per la distribuzione.

Si deve chiarire la posizione dell’Istat su un aspetto pregiudiziale per la Flc Cgil, ovvero la volontà di incrementare il fondo del salario accessorio per finanziare le progressioni economiche e di livello con gli strumenti normativi esistenti a partire da quello che è interamente dipendente dalla volontà dell’Istituto, cioè il finanziamento diretto in applicazione all’articolo 4 comma 3 del contratto 2000-2001, che prevede che nei casi di riordino è possibile aumentare la dotazione del salario accessorio a carico del bilancio di Ente.

Quello delle risorse aggiuntive sarà il vero terreno su cui ci si dovrà misurare. I pochi numeri citati alla riunione offrono infatti un quadro semplicemente inaccettabile, perché se davvero l’Istat pensasse di gestire dopo 5 anni di blocco l’aspettativa di un migliaio di lavoratori limitandosi a tirare la coperta troppo corta del fondo accessorio, saremmo di fronte ad una follia oppure ad una sfrontata provocazione. Non è più immaginabile che i lavoratori si facciano carico dell’aggravio di lavoro delle strutture senza nessuna risorsa economica aggiuntiva e senza prospettive di sviluppo professionale, come accaduto in questi ultimi anni. Non ci può essere alcuna strategia di riorganizzazione dell’Istat senza investire su progressioni e salari del personale. Per questo abbiamo inviato al Presidente e al Direttore Generale una nota specifica sul tema, insieme alla richiesta di ricevere indicazioni sul piano di razionalizzazione da predisporre entro il 31 marzo.

Facciamo nostre le richieste dei lavoratori contenute nell’odg dell’assemblea del 16 marzo, chiedendo di avere entro il 20 marzo la documentazione per preparare l’incontro.

Il prossimo appuntamento è in assemblea lunedì 23 marzo in aula magna a via Balbo.

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