Negli scorsi giorni è riesplosa la polemica sulle nomine Istat. Un articolo uscito su Roars.it, scritto da tre colleghi Istat, ha denunciato l’attacco all’indipendenza e all’autonomia dell’istituto da parte del governo: ultimo episodio l’emendamento fatto approvare all’interno del decreto D’Alia che cambia i requisiti che deve possedere il presidente dell’Istat, aggiungendo una fantomatica “esperienza internazionale”. Proprio in quei giorni sono riemersi anche atteggiamenti già visti nel passato recente, come le “critiche” di Saccomanni alle previsioni Istat sul PIL 2014 e – di contro – la “denuncia” contro l’Istat del gruppo parlamentare 5 stelle per avere sottostimato la stima sul PIL 2013…
Un articolo uscito giovedì 21 novembre su Repubblica, a firma di Roberto Mania, denuncia la situazione di “stallo” e la possibile “lottizzazione” in corso, sulla pelle dell’Istituto. L’articolo cita la nota di Pantaleo e ricorda che negli ultimi anni sono molti i dirigenti provenienti dai ministeri, in particolare dal MEF. Il comunicato di Pantaleo chiede che il governo si faccia garante di nomine “fondate sulla competenza e indipendenti dalla politica”, sia per quanto riguarda la presidenza, sia la direzione generale.
Venerdì 22 novembre, su Repubblica, è apparsa una lettera di “smentita” del ministro D’Alia, che di fatto conferma quanto scritto sul giornale il giorno prima.