Secondo fonti giornalistiche la terza seduta pubblica della commissione del "concorso internazionale per la progettazione preliminare della sede unica dell'Istat" di martedì 12 marzo 2019 ha avuto un esito.
La società "vincitrice" è lo studio di architetti ABDR, in cordata con Studio Valle Progettazioni (Cesare e Masino Valle), Proger e Manens Tifs per la componente di ingegneria.
Paolo Desideri, uno dei soci di ABDR, immediatamente interpellato dal "Sole 24 Ore", ha subito detto la sua.
Sarebbero 4 i "punti di forza" del progetto vincitore:
1) Il primo obiettivo è il "raccordo dell'edificio con il contesto urbano circostante". C'è da dire che secondo lo stesso Desideri il contesto urbano "al momento è virtuale", tra strade sterrate e collegamenti mancanti. Quindi effettivamente lo "spazio pubblico terrazzato molto articolato e particolare" indicato dall'architetto si integra con la valorizzazione dei tetti di discoteche e locali notturni di zona, come il Lanificio o il Coho Loft.
2) Il secondo punto che Desideri immagina "sia stato apprezzato dalla commissione" è rappresentato dagli "aspetti di tipo vegetazionale": la terrazza infatti "vuole essere un vero bosco pensile". Su questo punto, è interessante il commento video dell'architetto Luigi Prestinenza Puglisi sulla "retorica del verde".
3) Il terzo punto di forza è l'"architettura bioclimatica". La struttura a L sarebbe chiusa nella parte esterna, ma quasi completamente in vetro sull'interno. Secondo l'architetto questa scelta darebbe un'"immagine di trasparenza intesa come la caratteristica distintiva di un istituto di statistica, che è il deposito centrale dei numeri di una nazione". La metafora non è limpidissima: l'Istat dovrebbe avere la massima trasparenza al suo interno e una totale opacità verso l'esterno? Proprio in questi giorni l'ente organizza la terza giornata della trasparenza, magari può essere utile a chiarire il concetto.
4) Al quarto e ultimo posto c'è lo "studio dei flussi". Tutte le possibilità sono state "studiate": i flussi "da e verso l'edificio", quelli "in verticale" e infine quelli "all'interno", "per verificare le condizioni di sicurezza e di appropriatezza dei movimenti verticali". Il tutto con l'aiuto di un "consultant inglese".Capiamo l'entusiasmo dei vincitori, che comunque vada saranno ricompensati con 813mila euro, ma leggendo alcuni articoli la notizia appare produrre un entusiasmo leggermente esagerato.
Innanzitutto, come è noto, è già la terza volta che l'Istat arriva a questo punto dell'iter, poi bloccato per motivi politici, tecnici o amministrativi.
Il progetto della sede unica è stato fortemente voluto negli ultimi anni dall'ex presidente Alleva, che il governo attuale non ha riconfermato e che quindi dovrà e potrà essere nuovamente valutato dall'attuale presidente dell'Istat Blangiardo, insediatosi pochi giorni fa.
Gli enti pubblici che hanno provato a entrare nel giro delle "grandi opere" romane negli scorsi anni si sono scontrati con le norme di risparmio e razionalizzazione, la cui applicazione non sempre è chiara e il rischio di violare le regole è sempre molto alto. E' di ieri la notizia relativa al grattacielo, accanto alla ex sede Istat di viale Oceano Pacifico, destinato ai lavoratori della ex provincia di Roma, per il quale la Corte dei Conti chiede conto agli amministratori, per 263 milioni di euro. La scorsa settimana sono stati invece messi agli arresti domiciliari presidente e direttore generale di un altro ente di ricerca, il CREA, per dimensioni e organizzazione molto simile all'ISTAT. Al centro delle imputazioni, a quanto si legge, c'è proprio la questione delle sedi e dei "calcoli" alla base della scelta effettuata.
Costruire ex novo una "città della statistica", in una zona la cui "centralità" non ha mai preso quota nonostante i numerosi tentativi, l'ultimo con la costruzione della stazione Tiburtina, ad opera dello stesso studio di architetti che ha vinto questo "concorso internazionale", è una scelta molto azzardata. L'Istat rischia di perdere i contatti con le altre istituzioni pubbliche e private con le quali ha rapporti quotidiani, e i dipendenti che attualmente sono dislocati in 7 sedi in diverse zone avrebbero per la stragrande maggioranza un disagio, che a tutt'oggi non è stato messo in conto dall'Istat.
E' vero che a fine febbraio sono stati finalmente sbloccati alcuni lavori per migliorare la viabilità della zona, ma è noto che ancora sono molti gli interventi necessari per rendere il quartiere "vivibile". E' davvero difficile che la sede unica dell'Istat da sola possa risolvere problemi decennali di sviluppo urbanistico, anche se qualche titolo di giornale on line sembra sperarlo.
Per una lettura complessiva critica del progetto dell'Istat, rinviamo all'analisi che pubblicammo nel 2017, quando il Consiglio approvò il "nuovo" documento sulla sede unica, con particolare riferimento alle conclusioni.
Nuova sede @istat_it (con i soldi @inail_gov ): al primo posto il raggruppamento guidato da #AbdrArchitettiAssociati e con #StudioValleProgettazioni @Proger_it e @ManensTifs https://t.co/Y99KHx1SxX di @sole24ore pic.twitter.com/Qrx1QmJVbD
— Edilizia Territorio (@24Edilizia) 13 marzo 2019