Pur nelle ambiguità delle espressioni, è possibile fare una valutazione del documento che il Consiglio dell’Istat ha discusso lunedì 9 settembre 2019.
Partiamo da una premessa. Un disegno organizzativo basato sull’elenco delle persone da incaricare e di quelle da sostituire e solo successivamente sulle caselle dell’organigramma è destinato ad avere un respiro corto e ad essere seguito al prossimo cambio di presidenza da una nuova “riorganizzazione”. Per questo ci auguriamo che le scelte che saranno compiute nelle prossime settimane abbiano in primis a cuore una migliore efficienza del lavoro dell’Istituto Nazionale di Statistica.
La proposta che sembra emergere dal documento, appare rispondere, almeno in parte, a reali esigenze più volte manifestate in questi anni dalla FLC CGIL. Viene descritta una ridotta quantità di modifiche all’attuale assetto organizzativo (“alcuni aggiustamenti e innovazioni organizzative”), peraltro largamente orientate dalle posizioni rese libere dai pensionamenti. È infatti più volte scritto nel testo che l’impianto (i “razionali”) della modernizzazione del 2016 è confermato.
A una lettura analitica sembrerebbe che ci saranno alcune direzioni in più: una che si occuperà degli affari legali (ritornando sostanzialmente alla vecchia DCIG), una delle attività degli uffici territoriali e del Sistan (come la vecchia DCSR) e (almeno) una aggiuntiva delle statistiche sociali e censimento.
Non è chiaro se all’interno della direzione generale si intende procedere anche alla costituzione di un’ulteriore nuova direzione che ricalcherebbe la vecchia DCAP, occupandosi delle sedi e degli appalti.
L’attuale DCPS dovrebbe quindi transitare sotto la DGEN, a parte il servizio che si occupa di Sistan.
Le direzioni di comunicazione e diffusione sarebbero ri-accorpate, e sarebbe costituito un “ufficio stampa del presidente”: un’innovazione che appare pericolosa.
Vengono istituiti dei “coordinamenti tematici” all’interno del Dipartimento di Produzione, dando quindi maggiore centralità alla conoscenza dei fenomeni sociali ed economici.
La direzione della Raccolta dati dovrebbe rimanere (“si conferma la centralità della funzione della Raccolta dati così come disegnata nel 2016”), anche se ci sarà un “un ‘avvicinamento organizzativo’” alla produzione.
Permangono molti dubbi e perplessità.
Come si declineranno le direzioni e i servizi? Sembrerebbe che la quantità di uffici dirigenziali non venga diminuita, anzi si vada a un incremento delle poltrone, in particolare sul numero di direzioni e specificamente nella parte dell’amministrazione: non è certo un buon segnale.
Alcuni criteri di buon senso dovrebbero portare a non costituire strutture con pochissimi dipendenti o direzioni con un solo servizio.
Per quanto riguarda gli uffici territoriali, la ricostituzione di una direzione specifica potrebbe essere un passo avanti, ma ricordiamo che l’attuale articolazione ha creato numerosi problemi senza risposta. Rimandiamo all’ultimo documento inviato la scorsa settimana per le valutazioni specifiche della FLC CGIL.
Come saranno formalizzati i “coordinatori tematici” e quali reali attività svolgeranno?
Dal documento si evince che i difficili rapporti tra la produzione e la raccolta dati troverebbero una soluzione in un “avvicinamento organizzativo”. Cosa significa? La Direzione sarà spostata dal DIRM al DIPS? O questo riguarderà solo alcuni servizi?
A parte l’informativa sindacale, è previsto, prima dell’approvazione del nuovo assetto, un passaggio di confronto, come richiesto, con i lavoratori e le rappresentanze sindacali?
Quando questa mini-riorganizzazione diventerà ufficiale, ovvero presumibilmente a ottobre, occorrerà prevedere meccanismi di mobilità volontaria per tutto il personale che dovesse essere interessato da cambiamenti di struttura, evitando i disagi che ha portato la modernizzazione nel 2016.
Infine chiediamo che, rispetto al passato, si garantisca una maggiore trasparenza nel processo di nomina dei “nuovi” dirigenti.