Le giornate di giovedì e venerdì hanno visto nuovamente un aumento della determinazione dei lavoratori Istat in agitazione. Alla fine dell'anno, quando non è stato ottenuto un incremento del fondo del salario accessorio 2015 e rimane ignota la sorte delle risorse per le progressioni, si è aggiunta la vicenda dei turni: mercoledì 16 dicembre a dodici lavoratori dell'informatica è stato annunciato che avrebbero perso l'indennità a partire da gennaio.
Questo ha scatenato la dura reazione dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali, che giovedì mattina hanno costretto il direttore generale e il direttore dell'informatica a fare marcia indietro, chiedere scusa e produrre un imbarazzante comunicato di risposta alle organizzazioni sindacali Flc Cgil, Fir Csil, Uil Rua e Anpri.
La giornata di giovedì, con l'occupazione della stanza del direttore generale, e quella di venerdì con l'intervento alla riunione del COMSTAT, sono proseguite con un'interlocuzione continua con l'amministrazione in cui i lavoratori, come sempre accaduto durante quest'anno, hanno potuto partecipare e direttamente rendersi conto della situazione.
Ora l'appuntamento è per lunedì 21. A via Balbo alle 10.15 è previsto l'incontro di trattativa con le organizzazioni sindacali, il cui ordine del giorno è stato integrato, come comunicato venerdì ai lavoratori in agitazione, con la questione del conto terzi, su cui dopo la prima versione discussa giovedì pomeriggio è stata prodotta una nuova bozza, inviata venerdì alle organizzazioni sindacali insieme al cambiamento dell'ordine del giorno. Invitiamo come sempre i lavoratori a partecipare direttamente. E' stata indetta assemblea a paritre dalle 9. La posizione della FLC CGIL è chiara: il protocollo d'intesa sul conto terzi lo vogliamo firmare, ma rispetto alla bozza fornita venerdì va tolto il riferimento al Regolamento, che rinvia a un futuro indefinito l'attuazione del protocollo stesso.
La "revisione" delle indennità, specialmente quelle per i turni, attiene a una logica prettamente organizzativa. Eliminata quindi dal campo delle ipotesi quella assurda di volere tagliare linearmente le indennità, non vorremmo che dietro questa "mossa" ci sia la contingenza che vede oggi il direttore generale Antonucci a capo direttamente o indirettamente di tutte le strutture con personale a turno. Ciò spiegherebbe il continuo mix di scelte "organizzative" e logiche burocratiche.
Venendo alla logica organizzativa, è condizione indispensabile che l'amministrazione fornisca i dati e le informazioni sulla ricognizione delle funzioni e dei servizi coinvolti. Se veramente esistono abusi ovviamente vanno sanati, ma non pensiamo che si possano tagliare turni senza che venga dimostrata la necessità di una riduzione delle funzioni e dei servizi coinvolti.
Facciamo presente quindi che esternalizzare alcune funzioni in alternativa ai turni non solo è inaccettabile, ma antieconomico e - soprattutto per i settori ad alto valore aggiunto - comporterebbe una perdita di professionalità, ovvero un disinvestimento per il futuro.
Dai dati forniti in questi giorni, relativi agli anni 2012-2015, si evince che il 2013, anno in cui l'allora direttore del personale Costantino aveva annunciato l'intenzione di tagliare le indennità di turno, è stato l'unico anno in cui sono state incrementate. La coerenza e la trasparenza, in questo caso come in tanti altri all'Istat, appaiono concetti sconosciuti all'amministrazione.
Registriamo che la posizione del direttore generale Antonucci sull'argomento continua ad essere ondivaga. In trattativa aveva dichiarato che un'eventuale taglio dei turni era nelle sue prerogative, che quindi avrebbe sentito e informato le organizzazioni sindacali, ma poi avrebbe proceduto unilateralmente (come è effettivamente possibile). Ai lavoratori a cui sono stati annunciati i tagli delle indennità è stato invece detto che erano le organizzazioni sindacali ad aver chiesto di ridurre i turni. Questo passaggio è stato smentito nella comunicazione di giovedì, e nella giornata di venerdì il direttore sembrava addirittura volere cercare un "accordo" con le organizzazioni sindacali. Chiariamo perciò che le scelte organizzative, sulle quali vogliamo dare il nostro parere, spettano alla dirigenza tecnica dell'Istat e non alla parte amministrativa, magari utilizzando la "scusa" della contrattazione integrativa e delle risorse per le progressioni.
La "guerra ai turnisti" di fine anno appare più che altro l'ennesima azione inaccettabile e scomposta per distrarre i lavoratori dalle richieste che sono in piedi dall'inizio dell'anno per incrementare le risorse per tutti. Su tali proposte continuano ad essere messi in campo ostacoli tecnici (in primis la mancanza del Consiglio) che non possono impedire all'amministrazione di fare la sua parte, e che in ogni caso non devono risolversi in un danno per i lavoratori. Abbiamo chiesto, e continuiamo a chiedere, di usare tutti gli strumenti contrattuali esistenti per incrementare le risorse, e abbiamo consegnato ieri un documento sintentico con le nostre proposte anche ai membri del COMSTAT. Sulla questione delle risorse storiche del 54 in particolare non è stato fornito alcun aggiornamento, né è stata condivisa la documentazione fornita ai revisori, come richiesto unitariamente.
Ci vediamo lunedì 21 a via Balbo a partire dalle 10 al primo piano.