Si è svolto giovedì 14 luglio 2016 nel tardo pomeriggio l’incontro di trattativa sul salario accessorio.
Preliminarmente le organizzazioni sindacali hanno chiesto aggiornamenti sull’approvazione da parte degli organi vigilanti dell’utilizzo delle risorse aggiuntive in applicazione dell’art. 4 comma 3 e dell’art. 9 comma 3 del CCNL 2000-2001.
La novità è che dopo diversi mesi di interlocuzione, il MEF ha rimandato la questione ad approfondimenti “tecnici” da tenersi con l’ARAN e la Funzione Pubblica. Si prefigura la trama di un film già visto un anno fa. Allora si trattava del finanziamento per l’art. 54 attraverso il riutilizzo di risorse già impegnate, proposto dalla FLC CGIL, ci fu un analogo rinvio, al quale non ha mai fatto seguito alcuna interlocuzione concreta con gli organi vigilanti.
La FLC CGIL ha sottolineato che all’ENEA il percorso per la certificazione ha seguito l’iter tradizionale e ha consentito di arrivare alla firma di un'ipotesi di accordo che prevede anche l’utilizzo delle risorse aggiuntive in relazione alla riorganizzazione, seppure i revisori abbiano rimandato la specifica problematica al ministero vigilante. Ci risulta che anche all’ISS il fondo con le risorse aggiuntive per la riorganizzazione sia stato finalmente certificato nelle ultime settimane.
E’ di tutta evidenza che la decisione in merito all’utilizzo di queste risorse è essenzialmente politica e che quindi la strategia messa in campo dai vertici dell’Istat potrebbe rivelarsi per l’ennesima volta in grado di produrre solo una perdita di tempo.
A metà della prossima settimana ci sarà un incontro tra il presidente dell’Istituto e i rappresentanti della Funzione Pubblica, che avrà due argomenti all’ordine del giorno: l’incremento del fondo del salario accessorio e il percorso di stabilizzazione del personale a tempo determinato.
La FLC CGIL ha chiesto di avere un incontro con il Presidente a valle di tale confronto.
Se dall'incontro con Funzione Pubblica non dovesse emergere una netta indicazione a favore dell’utilizzo di tali risorse, l’amministrazione deve comunque inviare ai revisori i fondi 2015 e 2016 per la certificazione nella prima seduta utile. Nella stessa seduta i revisori dovranno approvare anche gli accordi firmati ormai due mesi fa sul 2012, 2013 e 2014 (I-III) e 2014 (IV-VIII), in modo da trasmetterli ai ministeri ed erogare quanto prima gli arretrati al personale.
Deve essere chiaro che una mancata soluzione della questione della costituzione dei fondi prima dell’estate rischia di compromettere le aspettative di carriera del personale anche per il 2016, e che in quel caso sarà necessario far ripartire la mobilitazione e utilizzeremo tutti i mezzi a disposizione per fare sentire le ragioni dei lavoratori, a partire dall'immediata rottura delle relazioni sindacali.
Nel merito della trattativa, sono state consegnate due bozze di ipotesi di accordo per il 2015 e 2016, solamente per il personale di livello IV-VIII. La delegazione dell’amministrazione si è scusata ripetutamente per non essere riuscita a inviare preventivamente la documentazione. Abbiamo ancora una volta stigmatizzato un comportamento decisamente insopportabile, anche perché la riunione era slittata di qualche giorno, proprio per permettere all’amministrazione di preparare in tempo i documenti richiesti. Per quanto riguarda i I-III, non è stata presentata alcuna documentazione, nemmeno in bozza. L’amministrazione ha solo dichiarato di volere replicare l’accordo sugli anticipi di fascia siglato nel 2010.
Come richiesto nella nota sindacale del 7 luglio risulta lievemente ampliata la platea dei possibili beneficiari sia per l’art. 53 sia per l’art. 54. La proposta prevede il gradone per 365 colleghi e il passaggio di livello per 199, rispettivamente circa il 65-66% e il 40-41% degli aventi diritto. E' in ogni caso necessario che l'amministrazione chiarisca in modo definitivo il numero degli aventi diritto ai passaggi e ai gradoni, per ciascun profilo e livello.
Per quanto riguarda l’art. 54 abbiamo ribadito la necessità, presupposto per la sottoscrizione dell’accordo, di aumentare i posti, dove possibile anche fino al 100%, soprattutto per i livelli più bassi e penalizzati dalle progressioni avvenute tra 2007 e 2009: ovvero per gli operatori tecnici di 8° e 7° livello, gli operatori di amministrazione di 8° livello e i funzionari di amministrazione di 5°. L’Amministrazione si è dichiarata disponibile in tal senso.
L’indennità di ente mensile risulta aumentata del 6%, permettendo un aumento salariale per l’intera platea dei lavoratori IV-VIII, compresi i precari.
Ci sono altri elementi critici nelle bozze presentate al tavolo e inviate solo il giorno successivo per posta elettronica ai sindacati.
Tra questi abbiamo evidenziato il mancato riferimento al conto terzi, per il quale chiediamo un’accelerazione, oltre che un riferimento al verbale firmato a dicembre.
Le clausole da noi richieste sulla rimodulazione della dotazione organica e sul fondo per l’art. 54 non sono assolutamente sufficienti per come scritte.
Sulla questione dei criteri per l’articolo 54, nella bozza l’amministrazione ha scritto in maniera confusa e generica che si possono attribuire fino a 10 punti per varie idoneità a selezioni precedenti e concorsi pubblici degli ultimi 5 anni. Ribadiamo che è necessario che sia presente nell’accordo un punteggio specifico (10 punti sono comunque troppi) per le idoneità conseguite nell’ultima selezione articolo 54, per dare un “risarcimento” ai colleghi che non hanno visto rispettato completamente l’accordo del 2010 che prevedeva la possibilità di un ampliamento della graduatoria e hanno perso già 7 anni di beneficio economico. Il fatto che i ministeri vigilanti negli scorsi mesi abbiano rigettato nel comparto gli accordi che prevedevano lo scorrimento di vecchie graduatorie impone un meccanismo come il punteggio dedicato, di per sé non ottimale. Come esplicitato al tavolo e nelle assemblee di questi giorni, la posizione dei sindacati è che la valorizzazione delle idoneità in concorsi pubblici a profili e livelli superiori potrà concretizzarsi in un ulteriore punteggio tra gli altri titoli, ma non deve essere sovrapponibile con il punteggio per l’idoneità all’ultima procedura dell’articolo 54, come è accaduto per la selezione del 2010.
Per quanto riguarda la produttività collettiva e individuale, nella bozza di accordo si propone di non utilizzare la “macrostruttura dirigenziale” come era negli accordi 2011-2014, ma la “struttura dirigenziale” (il servizio?). Crediamo non sia assolutamente necessario questo cambiamento e chiediamo di riportare la formulazione a quella degli anni precedenti.
Per l'anno 2015, in particolare, la quota destinata alla produttività (1 milione 800mila euro!) è decisamente troppo elevata, anche perché non è compreso l’incremento dell’indennità di ente mensile, che – come riportato nell’articolo 3 della bozza di accordo – parte dal 1° gennaio 2015.
Abbiamo chiesto conto della lentezza inaudita delle procedure per l’articolo 42, il direttore Weber ha risposto che convocherà la commissione per avere ragguagli e sollecitare l’espletamento della selezione.
Per la mancata pubblicazione delle graduatorie di III e II livello tecnologo, i cui concorsi sono terminati ormai da tempo, la risposta è che saranno rese pubbliche entro luglio. Già prima della fine delle procedure avevamo sollecitato l’immediato ricalcolo delle risorse di turnover disponibili a valle dell’assunzione dei vincitori di questi concorsi, per potere avere un quadro dei possibili scorrimenti delle tante graduatorie in piedi in tutti i livelli e profili, scorrimenti che possono dare alcuni primi segnali contro la stagnazione attuale delle carriere, immettere in ruolo alcuni precari e ridurre la platea dei concorrenti per i passaggi di livello IV-VIII.
Il piano di fabbisogno 2015-2017 non risulta ancora approvato dagli organi vigilanti, in ogni caso abbiamo ribadito che è opportuno che l’amministrazione non pubblichi il bando del concorso “speciale” per i precari finché non c’è una risposta dalla Funzione Pubblica sulle norme di stabilizzazione proposte dall’Istat. Su questo punto l’amministrazione ha concordato.
Abbiamo ricordato le nostre richieste sul piano di mobilità, in particolare sui tempi troppo stretti, e suggerito di ampliare le FAQ pubblicate sulla Intranet. Sui tempi di conclusione (5 agosto) l’amministrazione non ha intenzione di cambiare nulla, mentre ha replicato che ci sarà la “massima flessibilità” su tutta la procedura: l’importante è che la flessibilità non si traduca in arbitrio. La FLC CGIL sarà al fianco dei lavoratori che subiranno un torto, anche legalmente dove ci siano i presupposti.
Per il mancato adeguamento delle fasce stipendiali (e la mancata erogazione degli arretrati) per circa 200 ricercatori e tecnologi che hanno maturato il passaggio nel 2016, il direttore della DCRU Weber ha confermato che i tempi potrebbero essere lunghi (settembre – ottobre) e che dipendono dalla mancanza di risorse nella sua direzione.
In vista di questo incontro tra Alleva e la Funzione Pubblica, concordemente con le altre organizzazioni sindacali, rinviamo l’assemblea prevista per mercoledì 20 a via Balbo, per avere prima un aggiornamento sulla questione della certificazione dei fondi, che è quella decisiva.