"Lunedì l'Istat ufficializzerà il dato sulla crescita del Pil e formalizzerà, così, un anno da vero e proprio boom economico per il nostro Paese”. “La crescita nel 2021, presumibilmente, sarà del +6,5%: un risultato strepitoso". "Questa crescita superiore a qualsiasi previsione elaborata a inizio anno è la sommatoria di tassi di crescita positivi in tutti e quattro i trimestri dell'anno appena concluso, compreso il quarto che, su base congiunturale, dovrebbe segnare un +0,6% rispetto al trimestre precedente".
(Renato Brunetta all’ANSA, 29 gennaio 2022)
“Nel quarto trimestre del 2021 si stima che il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia aumentato dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e del 6,4% in termini tendenziali.
Nel 2021 il Pil corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato è aumentato del 6,5% rispetto al 2020 (nel 2021 vi è stato lo stesso numero di giornate lavorative del 2020)”.
(ISTAT, comunicato stampa del 31 gennaio 2022)
Con una precisione invidiabile Renato Brunetta, capo della Funzione Pubblica, ministero vigilante dell’Istat, ente di ricerca “autonomo e indipendente”, ha “indovinato” con due giorni di anticipo i dati preliminari sul PIL, al decimale: non era mai successo prima!
Non possiamo che ricordare - al Ministro così come ai vertici dell’istat - che l’autonomia e l’indipendenza del massimo produttore di statistiche ufficiali del Paese sono valori da promuovere e difendere costantemente e con fermezza.
Riteniamo che l’anticipazione diffusa a mezzo stampa dal ministro Brunetta due giorni prima dell’uscita dei relativi dati Istat sia un episodio molto grave, e ci auguriamo che rimanga isolato. Viceversa, dovremmo constatare che l’autonomia e l’indipendenza dell’Istat sono seriamente messi in discussione dal governo in carica. E di questo l’Italia non ha davvero bisogno.