Nel 2007 decisi di candidarmi nelle RSU dell'Istat di Roma. Fu una scelta difficile, per varie ragioni.
Il primo motivo era il fatto che non fossi iscritto alla FLC CGIL. Lo ero stato, poi ne ero uscito e i rapporti con il sindacato, per usare un eufemismo, non erano ottimi. Decisi di riprendere la tessera e di candidarmi proprio in occasione delle RSU, perché identificai quel momento come una possibilità. Una chance che davo al sindacato, che stava decidendo di rinnovarsi, e una possibilità a me di potere tornare ad avere fiducia nell'organizzazione alla quale mi sentivo comunque più vicino all'inizio della mia "avventura" lavorativa. Avevo 33 anni, avevo un contratto a tempo determinato (ma ero stato dichiarato "stabilizzabile"). L'idea che anche un precario, seppure quasi al "sicuro", potesse candidarsi ed essere scelto come rappresentante mi sembrava un bel modo per cambiare le cose. E cambiandole nel mio posto di lavoro mi sembrava anche possibile cambiarle un poco in generale, nel Paese.
Un altro motivo di difficoltà nella decisione di candidarmi era in quello che si diceva in giro, sulle RSU all'Istat: che non avrebbero mai funzionato, che i sindacati (o meglio alcuni sindacati) le avrebbero boicottate, che così era sempre andata.
Non è andata così, per fortuna, o almeno non del tutto. Per la prima volta le RSU, in cui risultai largamente eletto, si riunirono, scrissero il proprio regolamento e lo votarono, cominciarono a lavorare, a proporre argomenti e questioni, a interloquire con l'amministrazione, pur tra mille difficoltà. Quelle elezioni hanno contribuito a cambiare il sindacato e a cambiare anche il mio personale impegno nella difesa dei lavoratori. Grazie alle RSU ho conosciuto tante persone, a cominciare dalla goliardica "campagna elettorale" del 2007 e fino ad oggi.
Grazie alle RSU quando vado in contrattazione con i delegati dell'amministrazione mi sento forte anche se rappresento la parte "debole": proprio perché so che, al contrario di chi ho di fronte, non sono stato scelto dall'alto, ma direttamente dai lavoratori.
Le RSU hanno oggi un'aula e per la prima volta gli RLS sono stati scelti fra gli eletti RSU. Le RSU Istat di Roma elette nel 2007 non sono durate fino ad oggi. A un certo punto, a metà percorso, hanno comunque smesso di funzionare, a causa del boicottaggio di fatto operato da alcune organizzazioni sindacali. Poi sono state esautorate dalla mancanza di contrattazione, in parte decisa dal governo, in parte dallo "spirito dei tempi", ben interpretato anche dall'amministrazione dell'Istat.
Ma dell'esperienza RSU Istat 2007-2012 voglio ricordare le parti positive, in particolare la possibilità di riuscire a discutere, su questioni concrete, tra rappresentanti sindacali di diverse organizzazioni senza preconcetti e tutti con in testa la voglia di trovare la soluzione migliore per rappresentare gli interessi e i diritti dei lavoratori.
Ci riproverò quest'anno, convinto forse più di allora della necessità di uno strumento, l'unico rimasto, in quest'epoca di sottrazione di strumenti democratici, nelle mani dei lavoratori: le elezioni delle RSU.
Lorenzo Cassata
RSU dell'ISTAT a Roma