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Uffici territoriali dell’Istat: una discutibile proposta

Finalmente un primo confronto sul ruolo e le funzioni della rete territoriale dell’Istat

21/12/2017
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Martedì 19 dicembre si è svolto il primo incontro, dopo numerose richieste, sull’assetto e la valorizzazione degli uffici territoriali dell’Istat. La discussione è partita da un documento predisposto dal DIRM, già condiviso dal Comitato di presidenza e sul quale c’è stata una discussione in Consiglio, che potrebbe approvarlo già nella prossima seduta, a gennaio 2018. Il documento è stato inviato alcuni giorni fa alle organizzazioni sindacali e ai responsabili attuali degli uffici territoriali, che lo hanno discusso oggi 20 dicembre.

L'incontro è cominciato con oltre mezz'ora di ritardo, dovuto alla delegazione dell'amministrazione.

Il direttore del DIRM Valerio Fiorespino ha parlato per oltre, spiegando come si è arrivati alla stesura del “piano”. In particolare è stato affermato – e lo condividiamo appieno - che “solo il presidio sul territorio garantisce la qualità dei dati”. Secondo l’impostazione del direttore inoltre ciò che sarebbe necessario perché la rete territoriale sopravviva bene nel tempo è l’integrazione.
Molte delle proposte contenute nel documento dell’amministrazione sono quindi tentativi di andare verso l’integrazione, nonché di rispondere alle esigenze manifestate dagli uffici stessi.

  • C’era la richiesta di un punto di riferimento centrale: nel documento si prevede la costituzione di un servizio di coordinamento. Questa struttura – che non sarà gerarchicamente sovraordinata agli uffici sul territorio - servirebbe anche per garantire maggiore omogeneità delle attività. Alcune azioni già previste sono quella di mettere a fattore comune i progetti di diffusione della cultura statistica e la “standardizzazione” delle iniziative raggruppate in 4 “aree”.
  • C'è un'asimmetria tra uffici accorpati anche molto vasti e altri lasciati da soli: si è tentato quindi di produrre una maggiore “equità” e “coerenza organizzativa”, accorpandoli tutti (tranne la Lombardia).
  • Vengono previsti strumenti simili a quelli che hanno le strutture centrali per le sedi regionali ed è auspicata la padronanza delle funzioni e non un mero ruolo esecutivo per i colleghi sul territorio. La strada si è già aperta con le statistiche sul trasporto marittimo. Per risolvere le difficoltà di “dialogo” tra la Direzione di raccolta dati e le sedi territoriali si sta ponendo rimedio innanzitutto con un calendario delle indagini. Un’altra attività che rientra tra quelle da “portare sul territorio” sono le richieste dati da parte degli enti del Sistan, mentre sugli indicatori a livello regionale si è già fatta molta strada. Viene introdotta la “conferenza dei capi servizio” delle sedi territoriali, che si potrà anche autoconvocare. Altri organi previsti sono la rete dei referenti per la cultura statistica, e quella per la raccolta dati e le esternalizzazioni. Si prevede l’istituzione dei referenti gestionali di sede: la delibera si è fermata in attesa del nuovo assetto.
  • Si risolve l'anomalia del Lazio, che attualmente è una linea di attività, ripristinando la “sede”, accorpandola agli uffici di Calabria e Molise
  • Per dare maggiore visibilità delle attività degli uffici territoriali si propone un catalogo dei servizi dell’Istat sul territorio.

La FLC CGIL ha espresso apprezzamento per il fatto che esista un documento che finalmente mette nero su bianco le attività degli uffici territoriali. Abbiamo quindi sottolineato l’importanza di dare segnali concreti nell’attuazione di alcune delle “promesse” del documento, ad esempio riguardo alla formazione, al budget delle sedi territoriali, alla retribuzione dei “responsabili gestionali”, a call dedicate, alla apertura della mobilità...

Abbiamo invece espresso perplessità sulla nuova “riorganizzazione” degli uffici, che in alcuni casi ha ovviamente senso: non servivano le tante tabelle presenti nella prima parte del documento per sapere che Lombardia e Molise hanno dimensioni diverse. Per l’amministrazione gli accorpamenti sarebbero utili perché consentono la “sussidiarietà” tra uffici, riducendo così la “disomogeneità”. Il nostro giudizio è che invece, banalmente, finora gli accorpamenti hanno prodotto quasi ovunque maggiore “disomogeneità” (tra uffici accorpati e non, tra chi ha il dirigente in sede e chi no…).

C’è una evidente difficoltà da parte dei vertici dell’Istituto a riconoscere di avere commesso tanti errori, sia nel passato con gli accorpamenti previsti sotto la presidenza Giovannini, sia lo scorso anno con l’ulteriore “assetto” macro-regionale. Invece di ammettere esplicitamente che accorpare gli uffici è sbagliato (e lo dimostrano fra le altre cose le risposte al questionario della FLC CGIL, che facevano vedere come i giudizi maggiormente negativi provenissero dagli uffici accorpati), si continua su quella strada, sottraendo un altro “dirigente” sul territorio, per permettere la creazione della nuova struttura di coordinamento a costo zero. Su questo aspetto il direttore Fiorespino ha mostrato un atteggiamento infastidito.

Una prima analisi collettiva del documento dell’amministrazione prodotta dalla FLC CGIL è stata inviata ai responsabili degli uffici territoriali, all’amministrazione e al Consiglio dell’Istat.

Invitiamo i colleghi delle sedi territoriali a riunirsi nei prossimi giorni e settimane, a condividere pareri e opinioni. Subito dopo il periodo delle feste, la FLC CGIL organizzerà un’assemblea in videoconferenza con tutte le sedi, per discutere insieme dei prossimi passaggi.

A margine della riunione il direttore generale Antonucci ha sostenuto che sulla questione dei ritardati accrediti di stipendio e tredicesima ha avuto contatti con i vertici della BNL ed è stato rassicurato sul fatto che entro il 19 si sarebbe risolto tutto. L’Istat ha inviato per tempo tutti i dati per il pagamento degli stipendi e le tredicesime alla banca. Antonucci ha preannunciato che sarebbe uscita sulla Intranet una news con le “scuse” al personale, cosa che è effettivamente avvenuta.  Riscontriamo che ai colleghi risulta ancora la valuta al 19 dicembre e non al 18. L’importante è che si faccia in modo che episodi come questo non si ripetano più.

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