Il Consiglio dell’Istat ha approvato a fine luglio il nuovo regolamento sul telelavoro, dopo alcuni mesi di incontri tra sindacati e amministrazione.
A parte i molti miglioramenti rispetto al vecchio regolamento, richiesti in primo luogo dalla FLC CGIL da anni, il principale problema posto da tutte le organizzazioni sindacali, nonché dal CUG, riguarda i numeri.
L’Istat ha infatti scelto deliberatamente di attestarsi al minimo di legge (il 10%), senza considerare nessuna delle numerose proposte sindacali, nemmeno quelle minimali, come quella di considerare fuori quota i progetti di “telelavoro speciale” e di “telelavoro breve” o quella di conteggiare solo le giornate di effettivo lavoro da casa.
Non è stata poi sino ad oggi avviata la sperimentazione dello smartwork, attivata invece in diversi altri enti di ricerca e promessa più volte da questa Amministrazione.
Infine, sono state evidenziate più volte, senza nessun riscontro da parte dell’Amministrazione, due enormi criticità nella tabella dei punteggi del “telelavoro ordinario”.
La prima riguarda tutte le patologie – anche gravi – che non comportano una percentuale di disabilità o la fruizione della legge 104. Una parte degli attuali telelavoratori per gravi motivi, se ripresentasse domanda oggi, non avrebbe diritto a nessun punteggio per la stessa patologia che in passato consentiva di ottenere sia un punteggio in graduatoria che appunto il telelavoro per gravi motivi.
La seconda è la evidente mancanza di equilibrio tra i punteggi delle tre categorie: per una disabilità personale (di qualsiasi livello) sono assegnati solo 20 punti, mentre se la disabilità riguarda un parente si possono ottenere tra 4 e 10 punti; la distanza dalla sede di lavoro dà diritto a un massimo di 20 punti, mentre la presenza di figli vale comunque almeno 30 punti.
Per risolvere entrambi i problemi senza ritardare l’uscita del nuovo bando – e nonostante la consapevolezza che il vero problema sono i pochi posti messi a disposizione dall'Amministrazione – su richiesta dell’amministrazione abbiamo fatto a fine giugno una proposta minima, semplice e chiara, unitariamente con tutte le sigle sindacali: assegnare un punteggio a tutte le patologie certificate e riequilibrare i punteggi fra le varie categorie.
L’indisponibilità ad accogliere anche queste due semplici modifiche è diventata evidente il 20 settembre, con la pubblicazione del regolamento. La FLC CGIL ha inviato quindi il 30 settembre una nota per chiedere una vera contrattazione integrativa sui punteggi, che peraltro non dovrebbero essere presenti nel regolamento.
E’ inoltre incredibile che a mesi di distanza dall’approvazione, e a 20 giorni dalla pubblicazione, il regolamento caricato sulla Intranet abbia allegato un progetto quadro evidentemente sbagliato, rimasto lì nonostante le ripetute segnalazioni.
E’ davvero il momento di dire basta: l’amministrazione deve sedersi immediatamente intorno a un tavolo con le organizzazioni sindacali, correggere le evidenti storture nei punteggi e dare l’avvio a una nuova stagione del telelavoro all’Istat, basata sulla trasparenza e il rispetto del personale.