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Stabilizzazione precari: bocciato l'emendamento per l'Istat

La commissione bilancio respinge la proposta dell'ente

24/11/2016
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E’ ufficiale. Stamattina le agenzie di stampa e i principali organi di informazione hanno riferito che durante la notte l’emendamento preparato dall’Istat che avrebbe consentito una serie di modifiche normative che avrebbero consentito l’ingresso progressivo in ruolo dei colleghi a tempo determinato è stato respinto.

Ripercorriamo le vicende degli ultimi giorni.

All'inizio dell'incontro di trattativa di martedì 22 novembre, il direttore generale Antonucci ha riassunto la situazione.

L'emendamento proposto dall'Istat non era stato inserito nella versione iniziale della legge di bilancio perché tutte le norme riguardanti la stabilizzazione erano state tirate fuori dal governo, in attesa di un provvedimento "ad hoc", successivo all'approvazione dell'attuale articolo 52 della legge di bilancio, che stanzia le risorse per il pubblico impiego, sia per i rinnovi contrattuali, sia per il reclutamento, senza specificare in quali proporzioni e in che modo. L'Istat ha voluto presentare comunque il proprio emendamento attraverso i gruppi parlamentari. Il direttore generale era molto ottimista fino a qualche giorno fa. Poi c'è stata di nuovo la richiesta - da parte del governo - di rinviare l'emendamento Istat.

A questo punto l'emendamento sarebbe stato cambiato, rafforzando - come peraltro la FLC CGIL aveva sempre sostenuto fosse più opportuno - la parte "istituzionale" relativa alla realizzazione del censimento permanente, ma mantenendo le misure a favore del personale precario. L'emendamento sarebbe stato seguito e monitorato passo passo dai vertici dell'Istat, che speravano ancora in un "recupero".

Il gruppo di lavoratori precari presenti ha annunciato l'inizio di una mobilitazione e lo spostamento nella palazzina di contabilità nazionale. 

Antonucci ha ribadito che l'amministrazione è "proiettata alla stabilizzazione di tutto il personale a tempo determinato" e che in ogni caso - se tutto dovesse andare male - bisognerebbe intanto far partire il concorso riservato (DL 101) nei primi mesi del 2017.

Per quanto riguarda il "reclutamento speciale", l'Istat nel piano di fabbisogno 2017-2019 prevede di assumere in tutto 87 precari, 54 al III livello e 33 al VI. I calcoli del turnover non appaiono comprensibili e soprattutto invertono le proporzioni rispetto ai colleghi a tempo determinato tra il III e il VI livello. Si tratta certamente quindi di numeri provvisori e da rivedere.

Martedì l'emendamento 52.06 riservato all'Istat (così come quello relativo all'Iss, che prevede un finanziamento più ingente - 30 milioni di euro - ma senza speciali deroghe normative) era stato ufficialmente “accantonato”, il che poteva preludere sia a una bocciatura definitiva, sia a una approvazione. I segnali arrivati dalla Commissione sono apparsi contraddittori.

I lavoratori in mobilitazione si sono riconvocati a mercoledì mattina, sempre a Contabilità, da dove poi si sono spostati nel contact center di via Depretis.

La FLC CGIL nazionale ha espresso sostegno alle iniziative di mobilitazione, ribadendo come queste ore siano decisive, visto peraltro che contemporaneamente al lavoro della commissione bilancio della Camera il governo sta predisponendo il testo finale del Decreto sugli EPR.

Il direttore generale dell’Istat ha fatto sapere nel pomeriggio di mercoledì che l'emendamento probabilmente non sarebbe stato approvato in commissione, e che rimaneva uno spiraglio per il passaggio al Senato e eventualmente il Milleproroghe. Un gruppo di lavoratori si è quindi spostato alla sede del PD, dove ha interloquito con un rappresentante del Dipartimento economia del partito.

Continuiamo a sollecitare l'amministrazione a chiarire al governo che l'Istat ha necessità di risorse per la conduzione dei censimenti. Nei decenni precedenti erano una tantum e a questi corrispondevano finanziamenti una volta ogni dieci anni e contratti di lavoro a termine. Diventando continue, pur potendo contare su un risparmio, per le indagini censuarie sono necessarie risorse economiche e lavoratori stabili. Questo progetto, l'unico che è davvero "specifico" dell’Istat, può e deve diventare legge dello stato. E' responsabilità dell'Istat non averlo fino ad oggi esplicitato e difeso in modo chiaro e in tutte le sedi opportune. E' peraltro noto che se non si fanno le indagini previste dai regolamenti internazionali, le sanzioni rischiano di essere più alte del mancato finanziamento.

E' fondamentale quindi che oggi ci sia un cambio di marcia da parte del presidente Alleva, auspicando che l'eventuale intoppo che si è creato in questi giorni fornisca la spinta necessaria. La FLC CGIL aveva chiesto al presidente un confronto diretto urgente due settimane fa, richiesta ribadita unitariamente all’inizio della scorsa settimana, ed è grave che non ci sia stato alcun riscontro. A maggior ragione riteniamo sia oggi utile e necessario un confronto con le organizzazioni sindacali e i lavoratori per capire quale sia la strategia dell’Istituto per i prossimi anni, per garantire le attività dell’ente, peraltro appena approvate dal Consiglio nel Piano strategico triennale, se non si prevede la stabilizzazione di tutto il personale precario.

Continueremo a sostenere la mobilitazione dei lavoratori precari a partire dalle assemblee di sede di oggi e a seguire i lavori parlamentari, così come l’evoluzione del decreto sugli EPR.

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