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Sospendiamo il piano di mobilità 2016-2018 dell'ISTAT

1.000 trasferimenti nei prossimi 8 mesi sono insostenibili

13/06/2016
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Oggi lunedì 13 giugno si è svolto un incontro tra organizzazioni sindacali e amministrazione sul Piano della mobilità predisposto in bozza dall'Istat. La FLC CGIL, che aveva inviato venerdì le proprie puntuali osservazioni, ha chiesto all'amministrazione di ripensare il piano, e di non approvarlo senza avere prima apportato alcune sostanziali modifiche:

- la diminuzione sostanziale del numero di persone destinate a un trasferimento di polo

- l'introduzione di eccezioni al "dogma" dell'unitarietà dei servizi 

- l'aumento della concentrazione del personale dei servizi trasversali al centro e di quelli di produzione nelle sedi periferiche (conseguenza delle prime due modifiche)

- la modifica e il chiarimento di alcuni punti riguardanti la "mobilità volontaria"

IL PIANO DELL'AMMINISTRAZIONE

Rispetto alle due versioni precedenti, presentate a giugno 2015 e a febbraio 2016 (aggiornato a maggio), il nuovo Piano sembra non tenere in considerazione i costi, diretti e indiretti, delle locazioni. C'è il forte rischio che nel 2016 l'Istituto spenda addirittura di più rispetto al passato. La FLC CGIL ha chiesto all'amministrazione di fornire tutti i contratti di locazione delle sedi dell'Istat.

Il piano “nelle more della realizzazione della sede unica” è allo stesso tempo “organico e transitorio”: in realtà manca proprio un ragionamento organico, che ad esempio includa un progetto di mobilità volontaria "a regime", di telelavoro e smart work, nonché per le sedi territoriali.

Gli obiettivi dichiarati del Piano sono 3:

1. la concentrazione del personale nel “polo centrale”

2. l'unitarietà dei servizi

3. minimizzare i disagi e i costi sociali del personale

Il piano si struttura in 3 fasi:

  • la mobilità prioritaria (per chi ha diritto, ovvero chi fruisce della legge 104, ha figli piccoli o è dirigente sindacale)
  • la mobilità compensativa (per interscambio)
  • la mobilità per sviluppo professionale e/o conciliazione dei tempi vita-lavoro

Vengono infine individuate iniziative “a sostegno” della “sostenibilità” del piano.

Il Piano per ora riguarda solo le sedi romane, su quelle territoriali sarà predisposto un ulteriore documento.

I FLUSSI

Il polo centrale includerebbe – secondo il piano – la sede dei Parioli, a viale Liegi. Grazie a questo “trucco” si arriverebbe al 68% di personale allocato nel centro (obiettivo 1), mentre dai nostri calcoli risulta il 69,7%.

Non è assolutamente sensato inserire la sede di viale Liegi nel "polo centrale". E' in un municipio diverso, è considerata un "polo" diverso in tutti gli stessi documenti dell'amministrazione, e soprattutto non ha le caratteristiche che rendono "centrale" il polo intorno alla sede di via Balbo, ovvero la contemporanea vicinanza alla Metro A, alla Metro B e alla stazione ferroviaria.

Rielaborazioni sulla tabella a pagina 5 del Piano

tabella

In realtà il polo centrale passa da contenere il 41,9 del personale delle sedi romane al 55,7%.

Ci sono numerose eccezioni al primo obiettivo, ma anche al secondo e ovviamente al terzo.

1) In particolare, rispetto alla centralizzazione delle strutture trasversali, alcune direzioni prettamente trasversali e di supporto (la DCAA e due servizi dell'informatica) sono decentrati a viale Liegi e via Tuscolana, contravvenendo contemporaneamente anche al terzo obiettivo e parzialmente al secondo (un servizio dell'informatica resta nel polo centrale, e certamente una parte della DCAA rimarrà nel polo centrale, a meno di non voler trasferire a viale Liegi funzioni come l'ufficio Posta...). Queste due scelte sono le prime a dover essere riviste.

2) Nel complesso abbiamo contato 246 lavoratori “trasversali” allocati in sedi periferiche e 264 lavoratori “di produzione” nel polo centrale.

3) Ci sono eccezioni numerose al secondo principio (unitarietà delle strutture nelle sedi) a livello di direzione e in un caso a livello di servizio (RDB): sarebbe opportuno prevedere molte altre eccezioni, soprattutto per i servizi che aggregano personale proveniente da diverse sedi, in modo da diminuire la quota di personale da spostare. Tra l'altro le eccezioni al principio di “unitarietà” dei servizi potrebbero aiutare a perseguire l'obiettivo di accentrare i servizi trasversali.

2) A cambiare polo è il 40,5% del personale delle sedi romane: una percentuale troppo alta per poter dire che il terzo obiettivo sia stato minimamente raggiunto. Un così alto numero di trasferimenti rischia di far precipitare nel caos l'Istituto per mesi.

In sintesi si può dire che l'obiettivo numero 1 (collocare al centro i servizi trasversali e in periferia quelli di produzione) è raggiunto al 73% (510 lavoratori non lo rispettano), l'obiettivo di unitarietà dei servizi è raggiunto al 98,2% e quello di spostare meno personale possibile al 59,5%.

Appare evidente che basterebbe derogare al secondo principio (quello dell'unitarietà dei servizi) in pochi casi, per consentire di elevare le quote raggiunte degli altri due obiettivi, in particolare quello del minore spostamento, dando un equilibrio maggiore al piano. Altrimenti il documento appare enormemente sbilanciato sull'obiettivo “produttivo” più banale (quello dei servizi nella stessa sede), che peraltro in un'ottica di smart working e digitalizzazione non è decisamente quello più rilevante.

Obiettivo

Indicatore

Valore

Centralizzazione dei servizi trasversali

% di lavoratori di servizi trasversali allocati al centro o di servizi di produzione allocati in periferia

1.365/1.875=72,8%

Unitarietà dei servizi per sede

% di lavoratori allocati nella stessa sede del servizio

1.841/1.875=98,2%

Minimizzare i costi sociali

% di lavoratori non trasferiti di polo

1.115/1.875=59,5%

Il personale totale risulta pari a 1.875 lavoratori, contro i 1.933 del precedente piano, perché non è stato considerato il personale in distacco o esonero... Come più volte segnalato, il numero di persone collocato nelle sedi non può essere così vicino alla capienza massima.

Peraltro la capienza della nuova sede all'Eur appare molto bassa, rispetto ai dati forniti dall'amministrazione nelle riunioni con i sindacati e nella documentazione precedentemente presentata.

Il direttore generale ha precisato che la capienza è quella comunicata precedentemente (210 persone) e che la sede dell'Eur a piazzale Marconi è confermata. Bisognerà però aspettare almeno marzo 2017 per poterla usare, dopo il benestare del demanio e i lavori di ristrutturazione, a carico della proprietà.

LA TEMPISTICA

Tra il 20 giugno e il 15 luglio sono previsti:

 1. gli spostamenti del personale DCRU (2° piano di via Balbo 16) verso via Balbo 39. per consentire i lavori

 2. il trasferimento temporaneo di una parte del servizio SSD da via Torino a via Balbo 39

 3. il trasferimento del personale DCDC da via Torino a via Balbo 39

 4. il trasferimento temporaneo del personale DCIT da via Torino a via Balbo 39

 5. il trasferimento temporaneo del personale DCME da via Torino a via Balbo 39

 6. il trasferimento del personale DCSE da via Torino a via Tuscolana

 7. il trasferimento del personale DCAT da via Torino a Oceano Pacifico

 8. il trasferimento temporaneo del personale DCAA da via Balbo 16 a via Depretis 77

 9. il trasferimento del personale DCPS da varie sedi a via Balbo 16

I trasferimenti 1, 2, 3, 4, 5, 6 e 8 erano già previsti nelle precedenti comunicazioni. E' da notare che il trasferimento al punto 1 da temporaneo è diventato – nel piano – definitivo. Se da una parte ciò è positivo (non si effettuano due dispendiosi trasferimenti), dall'altro potrebbe recare alcuni danni, visto che il “passaggio di carte” tra DCRU, Direzione Generale e Presidenza è quotidiano.

Il fatto che gli spostamenti della DCIT e della DCME (4 e 5) e anche quello dell'SSD (2) siano temporanei appare al contrario un inutile sovraccarico per il personale e la produzione, dovendo prevedere due traslochi in pochi mesi.

Il trasferimento al punto 8 non ha nessuna ragione oggettiva, per di più se temporaneo.

Il trasferimento al punto 9 non ha nessuna urgenza.

Le fasi successive sono così individuate:

1. giugno/luglio 2016:

1. DCRD a via Balbo 39 (direttore, staff, RDA e RDB + 19 della RDC)

2. servizio ATB a Liegi

3. DCRU, RCD, GRL e CRS a Balbo 39

2.settembre/ottobre 2016

1. capo dipartimento DIRM, staff DIRM, e servizio RMS a Balbo 16

2. capo dipartimento DIPS e staff DIPS a Balbo 16

3. direttore DCME e staff DCME a Balbo 16

4. direttore DCSS e staff DCSS a Balbo 16

5. 2 persone del servizio ITA da varie sedi a Balbo 16

6. 47 persone del servizio ITB da varie sedi a Tuscolana

7. 26 persone del servizio ITC a Tuscolana

8. 15 persone del servizio DCA da Tuscolana a Balbo 16

9. servizi SSA e SSC a Liegi

10. SSD 37 da via Balbo 39 e 21 da Pacifico a Balbo 39

11. SSE 39 da Tuscolana e 30 da Pacifico a Balbo 16

3. novembre/dicembre 2016

1. servizi MEA, MEB e MEC a Depretis 77

2. direttore DCAA, staff DCAA e servizi ACS e AST a Liegi

4. dicembre 2016/gennaio 2017

1. servizio PSS a Liegi

5. gennaio/febbraio 2017

1. direttore DCPS, staff DCPS, servizi PSA, PSB e PSC a Balbo 16

6. febbraio/marzo 2017:

1. RDD a Roma Eur

2. 5 del servizio ITA da Pacifico a Balbo 16

3. 13 persone del servizio ITB da Pacifico a Tuscolana

4. 22 persone del servizio ITC a Tuscolana

5. 8 persone del servizio DCB da Pacifico a Balbo 16

6. direttore DCAT, staff DCAT, servizi ATA e ATC a Roma Eur

7. servizio SSB a Roma Eur

Si specifica che il piano è immediatamente operativo per tutti (tranne chi è tutelato per legge) e che i trasferimenti sono in particolare urgenti e indifferibili da via Torino e per i lavori a via Balbo 16 (cosa questa già nota).

In effetti è sempre stato detto negli scorsi mesi che i trasferimenti immediati sarebbero stati quelli relativi alla dismissione di via Torino e ai lavori del secondo piano di via Balbo, gli altri spostamenti previsti per giugno/luglio e settembre/ottobre vanno quindi differiti alla fine della procedura di mobilità.

LA MOBILITA'

La mobilità straordinaria interna (MoSI) parte da un presupposto.

“Sarà complessivamente trasferito un numero di dipendenti non superiore al 5% delle risorse in forza presso la struttura di destinazione, salvo maggior disponibilità presso i singoli immobili” e “garantendo che i servizi di origine cedano al massimo il 5% delle risorse”.

Queste percentuali non hanno molto senso, se non a valle di tutto il processo. E' evidente che una singola struttura (Servizio? Direzione? Dipartimento? Leggendo il seguito del piano la struttura pare identificata nel servizio) non può variare di troppo la sua numerosità, ma il processo di mobilità può e deve riguardare molte persone, in entrata e in uscita. Il vincolo percentuale deve essere riferito al saldo tra ingressi e uscite.

Per garantire una reale mobilità quindi il vincolo percentuale deve essere posto alla fine e non come “numero di trasferimenti massimi verso una direzione”, o viceversa da una direzione.

Inoltre la percentuale può secondo noi essere aumentata, anche in vista della seconda tranche  di mobilità prevista per il 2017.

Il direttore generale non ha chiarito la questione della percentuale, ha parlato di 100-150 spostamenti possibili nella prima fase e ha chiarito che la mobilità volontaria sarà aperta a tutto il personale (non solo a quello oggetto di trasferimento).

Procedura prioritaria

E' previsto dalla legge che si chieda il consenso al trasferimento al personale titolare dei benefici della legge 104/92, o con figli minori di 3 anni (in questo caso potrebbe essere esteso fino a 6 per evitare possibili contenziosi).

Per i titolari di 104 il piano prevede che sia l'Istituto a verificare se il trasferimento “determina un allontanamento dal domicilio del dipendente o della persona da assistere”: una valutazione che spetta evidentemente al lavoratore.

Si torna indietro perfino rispetto alla mobilità, peraltro molto limitata, prevista dall'amministrazione Giovannini, che prevedeva la possibilità di opporsi al trasferimento per qualsiasi "grave motivo". 

Procedura di mobilità straordinaria interna – interscambio diretto

E' previsto che due dipendenti si possano mettere d'accordo e “scambiarsi” i ruoli, se fanno parte dello stesso profilo (anche se di differente livello).

Potrebbe essere previsto anche per profili diversi, inoltre ci sono troppi passaggi prima dell'approvazione del passaggio (un colloquio strutturato con la DCRU, il nulla osta dei due direttori, la fase di affiancamento di 2-4 mesi).

Questi trasferimenti non devono rientrare in nessuna percentuale, visto che comportano uno scambio alla pari tra strutture.

Inoltre per favorire lo scambio dovrebbe essere attivata una bacheca elettronica apposita.

Procedura di mobilità straordinaria interna – mobilità per sviluppo professionale e conciliazione tempi vita-lavoro

Vengono previsti punteggi sia per l'aderenza al profilo professionale, sia per problemi di conciliazione vita-lavoro. Vanno inseriti anche i criteri della prima fase (104, figli minori di 6 anni), che non possono riguardare solo i lavoratori trasferiti secondo il piano.

Anche qui la procedura di passaggio risulta macchinosa (il diniego dei direttori non dovrebbe essere previsto).

Nel calendario del piano l'amministrazione ha "dimenticato" di inserire le fasi relative alla mobilità del personale con figli piccoli.

Sulle procedure di mobilità il direttore generale durante l'incontro ha mostrato la volontà di apportare alcuni cambiamenti al Piano, senza specificare in quale direzione e su quale punto.

INIZIATIVE A SOSTEGNO DELLA MOBILITA'

Finalmente l'amministrazione recepisce alcune delle idee e proposte del personale e della FLC CGIL, in particolare la possibilità di destinare una parte dei risparmi da part time al fine di incentivare la mobilità.

L'incentivo all'uso del mezzo pubblico è certamente centrale e condivisibile, così come la possibilità di sperimentare forme di incentivo all'uso della bicicletta prendendo spunto da esempi di altre pubbliche amministrazioni. Sul car sharing e il bike sharing crediamo sia utile capire i costi e l'effettiva utilità per l'Istituto di convenzioni con le società che attuano questo servizio, soprattutto per gli spostamenti tra le sedi.

Sarebbe utile inoltre pensare che il mobility manager con un gruppo di persone appositamente dedicate si attivi per rendere disponibili alcuni strumenti richiesti da tempo, come ad esempio una bacheca on line (o una app) per favorire il car pooiling fra dipendenti.

Durante l'incontro, la FLC CGIL ha chiesto quali sono le conclusioni del gruppo di lavoro appositamente creato sulla possibilità di usare i risparmi del part time per l'incentivazione della mobilità e se ci sono stati riscontri positivi da parte dei revisori. Il direttore generale ha confermato che quanto previsto dal piano è una sistesi dei risultati del gruppo di lavoro, mentre i revisori avrebbero visto il piano venerdì scorso e dato un assenso allo strumento dell'incentivazione, ma chiedendo una differenziazione tra i lavoratori che percepiranno un rimborso.

CONCLUSIONI

Durante l'incontro l'impressione è che da parte dell'amministrazione non ci sia volontà di apertura sulle allocazioni nelle sedi. Forse c'è una possibilità di alcuni slittamenti nel calendario dei trasferimenti, e c'è una generica disponibilità a rivedere la parte sulla mobilità volontaria. Sugli incentivi, l'amministrazione ha proposto uno "stralcio" dal piano, su cui siamo d'accordo.

Anche in seguito al confronto con i lavoratori presenti dopo la riunione, le organizzazioni sindacali hanno riconvocato il personale in assemblea per mercoledì 15 giungo dalle ore 10.30 nella stanza RSU (155), in concomitanza con la riunione del Consiglio dell'Istat.

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