Sante Orsini è entrato all'Istat nel 1998, lavora a viale Liegi come ricercatore.
Come ti sei avvicinato alla FLC CGIL?
Il mio interesse per l'attività sindacale è sempre stato legato alla considerazione che non esistano scorciatoie individuali per la difesa dei propri diritti e interessi.
L'individualismo, al di là di effimeri vantaggi immediati, alla fine non paga.
In un ente come l'Istat è ancora necessario un sindacato?
Un ambiente di lavoro che fa leva su comportamenti individualistici e sulla corsa di tutti contro tutti è un contesto non solo malsano, ma nemmeno adeguato al settore della conoscenza e finisce per penalizzare tutti, anche quelli meglio posizionati, perché impedisce di trarre il meglio da ognuno, per spremerlo solo da alcuni. Per salvaguardare la dimensione cooperativa del lavoro della conoscenza sono senz'altro benemeriti gli sforzi individuali nel proprio ambito lavorativo, ma è imprescindibile la dimensione della organizzazione collettiva. Ora più che mai.