Lo scorso mercoledì 27 marzo 2013 è arrivata un’email a tutti i ricercatori e tecnologi dell’Istat dalla direzione del personale.
Si tratta di un’operazione prevista dal documento “sistema di promozione, misurazione e valutazione della performance dell’Istat”, recentemente approvato dal Consiglio. A quanto si legge nella comunicazione, lo scopo dell’iniziativa è “una ricognizione dell'attività di ricerca e di innovazione tecnologica svolta dai ricercatori e tecnologi dell'Istituto”, che “non ha effetto sulla valutazione della performance relativa all'anno 2012”. Questa ultima affermazione è del tutto pleonastica, visto che persino a livello generale l’ANVUR non si è ancora pronunciata sulla valutazione dei ricercatori e tecnologi degli enti di ricerca.
Si tratterebbe quindi per deduzione di un’iniziativa lodevole, tesa a implementare una “banca dati” delle pubblicazioni dei ricercatori e tecnologi Istat, e in tal caso dovrebbe essere estesa anche ai IV-VIII, che spesso si dedicano ad attività di ricerca, se non fosse che non si capisce quale sia l’obiettivo reale, visto che non si fa cenno né nel documento dell’amministrazione, né nella comunicazione del dr. Costantino, a un luogo, fisico o virtuale, dove saranno depositati i titoli acquisiti. Allo stesso tempo l’iter prefigurato nella nota esplicativa non lascia pensare nulla di buono: perché questo modulo deve passare per tutti i livelli gerarchici e finire quindi in mano all’OIV?
E’ l’OIV l’organismo che tiene e gestisce la banca dati delle pubblicazioni? Sarebbe una buona notizia, visto che l’Istat continua a spendere soldi per questo organismo. Ma ci chiediamo allo stesso tempo che ne è stato del lavoro di monitoraggio svolto qualche anno fa da un apposito gruppo di lavoro. Perché l’email del direttore del personale fa riferimento alla valutazione della performance del 2012? Vuole forse dare ad intendere che nel 2013 questa procedura farà parte del processo?
Si vuole far passare questa operazione come un normale adempimento burocratico, come se fosse il piano editoriale o una parcella di missione. Ma riapre questioni grandi e mai risolte: Cosa significa per chi lavora in Istat fare ricerca? Cosa significa “produrre dati”? Quale rapporto c’è tra la valorizzazione del percorso curriculare dei ricercatori e tecnologi e il loro apporto concreto in termini di efficienza, qualità e innovazione ai processi di indagine? Sarebbe il momento di istituire la Consulta di Ricercatori e Tecnologi, già prevista dal contratto nazionale e mai accettata dall’amministrazione dell’Istat, e cominciare finalmente una discussione su questo tema. L’impressione è invece che l’amministrazione voglia comunque ammantare un’operazione burocratica di una veste che echeggia la “valutazione” della performance, magari a livello complessivo di Istituto: se così fosse perché non chiarirlo?
La FLC CGIL consiglia ai lavoratori interessati dalla comunicazione del Personale di NON compilare la scheda, almeno finché non è chiaro a cosa serve.
Suggeriamo quindi di rispondere spiegando che, non avendo compreso dalla scheda e dalle istruzioni allegate quale sia l’obiettivo di questa procedura, si declina l’invito.