L’incontro ha visto la partecipazione del presidente dell’Istat, accompagnato dal direttore generale, dal direttore del personale, dal direttore del DIRM e dalla responsabile dell’ufficio di presidenza.
Le delegazioni sindacali erano composte dai segretari nazionali con la delega alla ricerca delle cinque organizzazioni rappresentative: Flc Cgil, Cisl, Uil, Gilda e Snals.
Abbiamo innanzitutto ricordato che, come FLC, nei mesi scorsi abbiamo criticato le modalità della nomina del presidente ed espresso preoccupazioni per la terzietà dell’Ente. Ora auspichiamo di essere smentiti rispetto ai timori per l’indipendenza dell’Istituto e l’autonomia di ricerca dei lavoratori e delle lavoratrici.
La parola “continuità” citata nella lettera inviata dal presidente ai lavoratori dell’Istat è un primo segnale che vogliamo cogliere. Al contempo abbiamo espresso le ragioni, invece, di una forte richiesta di discontinuità, in particolare nelle relazioni sindacali.
La prima e più forte richiesta al presidente è quindi stata quella di essere presente, direttamente o attraverso un delegato, nei tavoli con le organizzazioni sindacali, di ascoltare il personale, di nominare un delegato che porti la voce e le istanze della parte tecnico-scientifica dell’Istituto dentro al tavolo di contrattazione, in questi anni schiacciato sulle esigenze delle direzioni amministrative.
A questa sollecitazione il presidente ha risposto positivamente. Abbiamo fatto notare, che visto l’imminente abbandono dell’Istituto del suo delegato (Fiorespino), dovrà nominarne uno nuovo nei prossimi giorni, altrimenti sarà direttamente lui a partecipare ai prossimi incontri. In generale, Blangiardo ha dichiarato di non pensare a operare cambiamenti radicali, ma di cercare forme di “conciliazione tra interessi diversi”, che noi traduciamo come “relazioni sindacali”, e di vedere il più possibile il dipendente dell’Istituto come una persona, prima che come un lavoratore.
Un importante banco di prova sarà la trattativa che si dovrà svolgere sull’orario di lavoro e sulle forme di lavoro agile da estendere e introdurre all’Istat, come già sta accadendo in altri enti del settore.
Il presidente Blangiardo, ricordando le sue posizioni pubbliche per promuovere misure che aiutino i genitori a conciliare vita familiare e lavoro, si è detto a favore di queste modalità, nonché dell’estensione dei congedi parentali a ore.
Abbiamo chiesto se il Consiglio avesse accolto le richieste portate l’altro giorno dall’assemblea dei lavoratori. Dalla risposta abbiamo capito che è stato deciso diapprovare l’allargamento del parcheggio della sede di via Tuscolana, mentre è stata rinviata la decisione sulla eventuale dismissione della sede di via Depretis 77. Il piano di mobilità sarà quindi discusso con le organizzazioni sindacali, prevedendo tutte le soluzioni possibili, come ad esempio “gli scambi volontari”.
Blangiardo ha sintetizzato dicendo che la sede di Tuscolana, pur scomoda per la sua collocazione periferica (“in cima al mondo”), dentro è bella e funzionale e la mensa è dignitosa. Di contro, la sede del CIR è molto comoda e vicina alla sede centrale, ma non è in uno stato interno buono. Dovrà essere fatta quindi una attenta valutazione.
Ricordiamo che noi abbiamo chiesto di cercare una nuova sede al centro e di prevedere comunque il ritorno alla sede dopo i previsti lavori di ristrutturazione.
Giovedì 28 marzo, alle 14,30 nell’aula magna di via Balbo 16 ci sarà un’assemblea sull’argomento, promossa da un gruppo di dipendenti della sede di via Depretis 77, e indetta dalla RSU di Roma.
Il giudizio del presidente sulla sede di piazza Marconi è stato “meno positivo” (è bastata una visita di poche ore), soprattutto per la mancanza di una mensa o di una adeguata sala ristoro. Anche questo argomento deve tornare ad essere oggetto di un confronto sindacale.
Abbiamo apprezzato la scelta del Consiglio di pubblicare una call per il nuovo direttore generale e auspicato che si segua un percorso trasparente nelle nomine, senza ricorrere a “stratagemmi” e proroghe.
E’ stata ricordata la questione dello statuto e dei successivi regolamenti. In particolare abbiamo ricordato che l’Istat non applica pienamente la norma per quanto riguarda la partecipazione del personale, non avendo costituito il Consiglio scientifico, né avendo previsto l’elezione di uno o più membri del Consiglio. E’ in corso un contenzioso al TAR sull’argomento, promosso da tutte le sigle sindacali.
Non riteniamo conclusa la questione delle “ferie forzate”. Abbiamo consegnato ulteriori firme che erano state raccolte presso alcuni uffici territoriali e non erano arrivate in tempo per il Consiglio di mercoledì scorso. Il presidente Blangiardo ha detto che vuole trovare “soluzioni” per non penalizzare i lavoratori, noi le vogliamo discutere al tavolo!
Abbiamo chiesto quindi con forza che si proceda immediatamente a una calendarizzazione concordata delle principali questioni che riguardano il confronto tra amministrazione e sindacati. Questi sono gli argomenti sui quali secondo noi è necessario avviare subito una discussione:
1) piano di razionalizzazione delle sedi e di mobilità. Si tratta probabilmente dell’argomento più urgente, viste le decisioni da prendere sulla sede di via Depretis. Su questo si sono accumulate richieste di incontro da mesi, senza alcuna risposta.
2) salario accessorio. Occorre trovare una via d’uscita sulla questione dell’incremento in base alle stabilizzazioni, sull’aumento dell’indennità di ente, la quantificazione dello straordinario, la disciplina della reperibilità. Chiudere l’accordo sul 2018 è peraltro come noto necessario non solo per rendere operativi i passaggi di gradone (art. 53) e pagare i relativi arretrati, ma anche per potere cominciare a trattare sui passaggi di livello (art. 54) nel 2019. Anche sui livelli I-III si pone la questione dell’incremento nel 2018: come più volte detto ci aspettiamo la chiusura di un accordo su più annualità.
3) politiche assunzionali e di valorizzazione professionale: anche in vista dell’udienza che ad aprile ci sarà per i ricorsi sui bandi dello scorso anno, chiediamo ancora una volta di riaprire a tutte le possibilità di valorizzazione professionale, a cominciare dall’art. 15 e dall’applicazione della norma una tantum per il sottoinquadramento. Il presidente su questo argomento è parso orientato a cercare una soluzione che tenga insieme le norme e le legittime aspettative di chi ha fatto domanda (una buona parte ha anche fatto ricorso!). Una decisione deve essere presa in tempi abbastanza rapidi.
4) riconoscimento dell’anzianità pregressa a tempo determinato: l’amministrazione deve fare chiarezza, includere tutti i colleghi al momento esclusi e procedere con la cosiddetta proposta transattiva da portare al tavolo sindacale. Nel frattempo deve procedere con il caricamento dei due giorni di ferie aggiuntivi per tutti coloro che avevano precedentemente un contratto di lavoro all’Istat o in altra Pubblica Amministrazione, come prevede il CCNL 2016-2018 all’articolo 84 comma 1 lettera a.
5) orario di lavoro, telelavoro e smartworking: Deve essere chiaro che occorre ripartire con il confronto, individuando i modi di incrementare la flessibilità oraria a favore dell’attività lavorativa e del benessere del personale. Se invece si deve trovare la circolare, il parere, il cavillo interpretativo per penalizzare i lavoratori rispetto alla situazione attuale, questo tavolo non ci interessa. Come ha detto Blangiardo quello che si fa all’Istat “non è un lavoro impiegatizio, o di fabbrica”. Il regolamento sul telelavoro, nel frattempo, approvato dal Consiglio il 30 gennaio, non è ancora stato pubblicato: lo abbiamo sollecitato.
6) modifiche al disegno organizzativo dell’Istituto. Il ragionamento deve ripartire dai rapporti tra raccolta dati, informatica e “produzione”, nonché dal rafforzamento degli uffici territoriali e dall’internalizzazione delle attività core. Il presidente ha tenuto a precisare che considera importantissima la “raccolta dati” perché è la costruzione della “nostra materia prima”, e che vuole ragionare sulla funzionalità e la piena valorizzazione degli uffici regionali.
E’ stata richiamata la lettera inviata un mese fa dalla FLC CGIL che riepiloga, insieme alla piattaforma, tutte le questioni aperte.
Ci aspettiamo quindi nei prossimi giorni che le parole del presidente siano seguite dai fatti e si proceda alla convocazione di una serie di incontri.