Nonostante gli incontri che si sono succeduti negli scorsi mesi, è ancora nebulosa la situazione in merito alla presunta “proposta transattiva” dell’amministrazione.
In una nota, inviata lo scorso 12 aprile, abbiamo ribadito l’urgenza di chiarire definitivamente l’orientamento dell’amministrazione sulle questioni ancora aperte, ovvero sull’inclusione del personale con contratti a termine precedenti al 2001 nella proposta transattiva e sul riconoscimento delle ferie per tutte e tutti, a prescindere dal livello di appartenenza.
Il rinvio di una soluzione da parte dell’amministrazione si sta risolvendo immediatamente in un danno per il personale. In particolare tutti i lavoratori stabilizzati negli scorsi anni hanno visto le loro ferie decurtate e – nel caso di ricercatori e tecnologi – lo stipendio abbassato.
La lungaggine sta facendo accumulare il diritto agli interessi legali dei dipendenti e si configura come un danno erariale che la dirigenza sta procurando all’Istituto, continuando in un contenzioso insensato da anni ormai orientato in un’unica direzione, e che anche il CCNL 2016/2018, con l’art. 84 comma 7, ha inteso risolvere definitivamente.
E’ stato inoltre appena firmato l’accordo sugli anticipi di fascia: la platea degli aventi diritto a partecipare al concorso deve essere aggiornata attraverso il riconoscimento dell’anzianità. In caso contrario, questo andrà ad aggiungersi ai danni arrecati ai singoli dipendenti.
Infine abbiamo ricordato che non è più rinviabile l’aggiornamento dei giorni di ferie, in applicazione diretta del CCNL 2016/2018, art. 84, comma 1, lettera a), per tutti i dipendenti di qualsiasi livello o profilo che abbiano avuto per almeno un triennio un contratto a tempo determinato o indeterminato presso un ente della pubblica amministrazione. Questa applicazione contrattuale non ha nulla a che vedere con una cosiddetta “proposta transattiva”, che non potrà mai contenere un diritto riconosciuto dal CCNL come merce di scambio.