Nella delibera uscita lo scorso 4 giugno, su 130 figure nominate nella task force “per il coordinamento e la realizzazione integrata delle iniziative e dei progetti per l’attuazione della fase di prima sperimentazione del lavoro agile previsto dal POLA dell’Istituto”, 114 provengono dalla direzione generale o, all’interno del DIRM, dalla sola DCIT. Senza contare più volte i colleghi presenti in diversi gruppi, su 105 persone, 91 sono parte delle strutture amministrativeo della direzione informatica.
Non è accettabile né logico che una task force con così ampi compiti e funzioni, che deve accompagnare il processo di sperimentazione del lavoro agile che coinvolgerà tutto l’Istituto, sia quasi interamente composta da colleghi dell’amministrazione e dell’informatica, come se il cambiamento organizzativo legato all’introduzione del lavoro agile ordinario all’Istat sia una questione meramente tecnica.
Per questo abbiamo chiesto in una nota di integrare il provvedimento, inserendo all'interno dei vari gruppi o in un ulteriore teamuna rappresentanza folta di colleghi provenienti dalla produzione e di tutte le direzioni. Riteniamo infatti irrinunciabile che ogni struttura dell’Istituto possa avere la propria voce in questa importantissima fase di cambiamento organizzativo. Un’ulteriore mancanza che salta agli occhi è quella degli organismi che per propria natura dovrebbero dare il loro contributo, a cominciare dal CUG e continuando con disability e mobility manager.
Successivamente è stata inviata, sempre nella giornata di martedì 8 giugno, una nota unitaria con una richiesta di riscontro urgente.