Risulta dal resoconto stenografico della seduta di ieri alla Camera che è stato approvato in commissione un lungo emendamento presentato da deputati di maggioranza all'art. 20, che al suo interno contiene anche la disposizione che consente agli enti di ricerca (e quindi anche all'Istat) di scorrere (con proprie risorse di bilancio) le graduatorie di selezioni ex art. 15 bandite tra il 1.1.2019 e il 1.1.2022. Questa disposizione porrebbe fine all'assurda vicenda del "parere" ministeriale che l'Istat ha inserito nel PIAO come condizione per procedere sulle graduatorie art. 15.
Il testo è:
Al fine di potenziare le attività di ricerca, gli enti pubblici di ricerca di cui all’articolo 1 del decreto legislativo 25 novembre 2016, n. 218, possono utilizzare, a valere sulle proprie risorse assunzionali, le procedure selettive riservate a ricercatori e tecnologi di ruolo di terzo livello e di secondo livello per l’accesso, rispettivamente, al secondo livello e al primo livello avviate tra il 1° gennaio 2019 e il 1° gennaio 2022.
Attendendo ovviamente la votazione dell'aula e la conversione ufficiale in legge, dopo l'emendamento per ENEA e ISPRA questo testo rappresenta un altro piccolo passo in avanti per gli enti non MUR, per i quali comunque è necessaria una risposta, anche economica, complessiva, in analogia con gli enti vigilati dal MUR. Solo così ci può essere una vera parità di trattamento tra enti di uno stesso settore (la Ricerca) e ci può essere una vera trattativa sugli aspetti ordinamentali del CCNL, che sono stati rinviati all'autunno. Ricordiamo che per i tecnici ed amministrativi degli enti MUR sono stanziati 20 milioni di euro, mentre per quelli non vigilati dal MUR al momento non ci sono risorse né modifiche normative. Ci aspettiamo quindi un ulteriore passaggio da parte del governo, a partire dallo stesso decreto PA bis, con l'obiettivo di porre fine a questa assurda discriminazione.
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