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ISTAT: dalla relazione della Corte dei conti sul 2021 poche novità rispetto al 2020

PNRR e 3-I le incognite sul futuro dell'Ente

27/07/2023
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Come ogni anno, la Corte dei Conti ha pubblicato - a fine giugno - la relazione sul bilancio dell'Istat del 2021.

Segnaliamo alune delle questioni che la Corte rileva.

La Corte sottolinea l'incremento di funzioni e attività dell'Istituto nel 2020-2021 per il monitoraggio della pandemia Covid-19. Non è seguito a questo lavoro in più né un aumento del finanziamento, né del personale dell'Istituto (anzi!). Come evidenziano le conclusioni della Relazione "nel corso dell’anno 2021, nonostante le difficoltà determinate dalla pandemia, l’Istat ha proseguito, in attuazione della normativa nazionale e nel rispetto degli obblighi comunitari in materia di produzione dei dati, nonché delle indicazioni fornite da Eurostat, nello svolgimento delle azioni necessarie a sopperire alle difficoltà oggettive riscontrate dalle unità di rilevazione per fornire i dati nei tempi e secondo le modalità richieste".

La relazione dà conto dela linea di investimento del PNRR approvata il 13 luglio 2021, denominata Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND), che prevede la realizzazione di un Catalogo Nazionale Dati (NDC). Nel mese di marzo 2022 l’Istituto, in virtù delle proprie competenze tecniche e metodologiche, è stato individuato quale soggetto attuatore del progetto Catalogo Nazionale Dati (Progetto NDC). Su questo progetto, avviato negli scorsi mesi, sono stati assunti alcuni lavoratori con contratto a termine.

Con il regolamento di amministrazione, finanza e contabilità l’Istituto ha previsto la modifica integrale del proprio sistema contabile, con applicazione della disciplina civilistica a decorrere dall’esercizio 2022. Questa modifica ha comportato una serie di difficoltà, sia nella comprensione dell'effettiva disponibilità finanziaria dell'Istituto, sia nella gestione delle spese e del pagamento delle quote di spettanza del personale.

Il Consiglio scade ad aprile 2024. Il Comstat scade ad agosto 2023. Il Collegio dei revisori nel 2024. La COGIS scade a marzo 2024. L'OIV scade a febbraio 2024. In questa situazione di scadenze ravvicinate, appare sempre più preoccupante lo stallo governativo/parlamentare in merito alla nomina del presidente dell'Istat, dopo la cessazione definitiva del prof. Blangiardo, nel febbraio scorso.

A proposito della questione del presidente, la Corte dei Conti rileva che al momento l'Istat è presieduto dal Consiglere anziano (il prof. Chelli) e che l’art. 8, comma 13, del d. l. 24 febbraio 2023 n. 13 ha disposto che fino al 31 dicembre 2026 "per gli incarichi di vertice presso enti e istituti di carattere nazionale" (tra i quali l'Istat e poche altre amministrazioni) si possano incaricare pensionati, pagandogli lo stipendio (la famosa norma ad hoc per il tentato rinnovo di Gian Carlo Blangiardo).

Si dà atto dei due atti di riorganizzazione attuati nel 2021: l'istituzione della DCRE e la "ridefinizione dell’articolazione degli Uffici territoriali". Sono processi riorganizzativi sui quali non è stato ancora fatto un vero bilancio per valutarne la sensatezza e eventuali correttivi.

I lavoratori presenti al 31 dicembre 2021 erano 1.899: 93 in meno dell'anno prima. Una emorragia di personale più volte denunciata dalla FLC CGIL, che le assunzioni degli scorsi mesi hanno solo attenuato. Al momento risultano in Istituto 1.952 persone (tra le quali 36 assenti perché in comando/distacco o aspettativa).

La tabella 5 della relazione spiega bene il paradosso del "costo medio" del personale. Infatti il pensionamento di molti dipendenti, non compensato da altrettante assunzioni, ha fatto aumentare il costo medio (il personale è più anziano e quindi "pesa" di più in termini economici) e riduce, secondo lo schema del MEF, la possibilità di un congruo turnover, creando un circolo vizioso.

La Corte rileva la necessità "di una adeguata programmazione gestionale" e "di una accelerazione circa l’ultimazione della innovanda progettazione delle rilevazioni, con la finalità di assicurare sia la sostenibilità prospettica di bilancio sia gli standard quali-quantitativi delle rilevazioni programmate". Ci sono troppi avanzi di amministrazione, dovuti ai ritardi delle indagini (che però sono stati in gran parte dovuti alla crisi pandemica). Analogo discorso - già esplicitato riguardo il bilancio 2020 - riguarda la necessità di "una sempre maggiore programmazione in tema di acquisti di beni e servizi, al fine di ridurre il ricorso alla proroga tecnica ai soli casi di assoluta straordinarietà e motivate necessità, in coerenza con la ratio dell’art. 106, co. 11, del d.lgs. n. 50 del 2016 e s.m.i. e di evitare la parcellizzazione delle procedure acquisitive, che, anche ove non si traducano in artificiosa frammentazione degli appalti, rischiano di comportare un aumento della spesa a carico dell’Istituto".

La Corte si sofferma sull'annosa questione dei ricorsi di vari Enti contro l'inclusione nell'elenco delle unità istituzionali che fanno parte del settore delle amministrazioni pubbliche (Settore S13). La Corte dei conti stessa conteggia 13 ricorsi nel 2020 e 6 nel 2021. La decisione di merito è stata rinviata in attesa dela pubblicazione di una sentenza della Corte di Giustizia Europea sulla questione.

Emerge chiaramente lo stato di confusione che riguarda l'intreccio tra 3-I e Sede Unica. Per quanto riguarda la sede di Pietralata infatti è stato ridefinito, nel 2022, il "quadro esigenziale del futuro Centro Elaborazione Dati", ma come evidenzia la Corte questo "quadro esigenziale" potrebbe probabilmente modificarsi ulteriormente con la 3-I in funzione.

Come già evidenziato nella relazione sul bilancio 2020, la situazione finanziaria non presenta particolari problemi: ci sarebbero e ci sono le risorse per assumere e valorizzare il personale, continuiamo a ribadirlo!

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