Dichiarazione stampa di Gabriele Giannini
coordinatore nazionale della FLC CGIL ISTAT
"L’ISTAT e il magico 3%"
Le polemiche di questi giorni sul dato concernente il rapporto debito PIL per il 2004, impongono alcune considerazioni.
L’endemica carenza di risorse strutturali, come detto in altre occasioni, è un fattore non secondario nell’incidente della rottura del server verificatosi il 28 febbraio e non è un pretesto, come qualcuno dice, per nascondere responsabilità più gravi. Ricordiamo sempre che siamo gli ultimi fra i Paesi europei per risorse destinate alla statistica pubblica, sia rapportando gli addetti alla popolazione che le risorse dedicate rispetto al PIL del Paese.
Negli ultimi anni la situazione è andata peggiorando: i tagli alle risorse, il blocco delle assunzioni, i vincoli normativi sugli organici e sui bilanci operati dal governo Berlusconi hanno ulteriormente indebolito il sistema. Molto spesso si opera nell’emergenza, con l’impossibilità di predisporre politiche pluriennali sulle risorse umane, o sugli investimenti tecnologici e strumentali (che vanno dall’informatica alla sicurezza dei luoghi di lavoro) e il fatto che poi nel corso degli anni si siano recuperate risorse con specifici provvedimenti per l’Istat, non ha consentito di superare l’emergenza.
La Contabilità nazionale non è immune da questi problemi, nonostante l’Istat l’abbia indicata come settore strategico: il ricorso al lavoro precario è massiccio, con tutte le diseconomie che ciò comporta e l’innovazione tecnologica degli strumenti di lavoro non tiene il passo con i tempi. Forse anche per questo con sempre maggior frequenza si ricorre al lavoro di sabato e domenica.
Esiste in ogni modo un problema strutturale su com’è "costruito" il dato, che "esonera" in parte l’Istat da responsabilità sulle gravi critiche che, a torto o a ragione, sono state sollevate. Ciò attiene al tema dell’autonomia reale della funzione statistica e chiama in causa l’Ente e il suo Presidente, Biggeri.
In questa fase della costruzione del dato, gli statistici della Contabilità Nazionale acquisiscono informazioni da un soggetto terzo, la Ragioneria generale dello stato, che dichiara alcune spese della pubblica amministrazione sulla base di previsioni e/o stime. Questi dati sono inviati all’Istat a pochi giorni dalla scadenza del 1 marzo, giorno in cui è annualmente rilasciata la stima del PIL. In queste condizioni è possibile che l’Istat non sia messa nella condizione reale di verificare l’attendibilità dell’informazione ricevuta.
Per questo si parla di "stima" del deficit e si può spiegare perché, insieme alla diffusione dell’altro giorno, è stata fornita la revisione del dato per gli anni 2001, 2002 e 2003, misurata sulla base delle verifiche puntuali che l’Istat ha compiuto in corso d’anno. Già ciò dovrebbe far pensare che, alle verifiche successive (settembre p.v. ecc.) molto probabilmente questo dato del 3% sia destinato ad essere rivisto al rialzo.
Questo meccanismo procedurale permette almeno temporaneamente al Governo di superare gli esami per quanto riguarda i parametri di Mastricht, ma ogni euforia è ingiustificata, soprattutto se si guarda alle condizioni reali del Paese.
Non si tratta di regali al governo come dice qualcuno (gli artifici contabili in questo caso sarebbero da attribuire al governo stesso), o di manipolazione dei dati come sostiene qualcun altro: tesi questa che riteniamo, fino a prova contraria, infondata, perché siamo certi della professionalità dei lavoratori e dell’organizzazione del lavoro della Contabilità Nazionale dell’Istat, che costituisce la migliore garanzia contro ogni tipo d’ingerenza.
In ogni caso in questa vicenda emerge un limite alla reale autonomia della funzione statistica che il Presidente Biggeri e gli statistici sono chiamati a colmare: è giusto limitare il proprio ruolo alla "mera" acquisizione di un dato sensibile come questo se non è garantita contemporaneamente la funzione di controllo? E’ noto a tutti come sia estremamente difficile anche per lo stesso Ministero dell’Economia il monitoraggio della spesa pubblica e come siano poco trasparenti certi conti. Quali strumenti è necessario mettere in campo per migliorare le procedure e i protocolli di costruzione e controllo dell’informazione statistica in questo delicato settore?
Soltanto rafforzando la funzione e l’indipendenza dell’Istat questi problemi potranno essere risolti. Sul tema del "rilancio della statistica pubblica" e del rafforzamento dell’indipendenza dell’Istituto, come CGIL, stiamo organizzando un convegno per il 24/3/2005, nel quale presenteremo in dettaglio le nostre proposte.
Roma, 3/3/2005