Dopo mesi di incontri e di confronti, il Consiglio ha deliberato la riorganizzazione degli uffici territoriali dell'Istat secondo un modello misto tematico-territoriale. Permangono forti dubbi e grandi rischi. I tempi sono strettissimi e non c'è nessun impegno concreto sul reclutamento. Di seguito il comunicato con il quale la FLC CGIL lancia un'assemblea per lunedì 21 giugno.
UFFICI TERRITORIALI ISTAT RIORGANIZZATI
UNA SCOMMESSA PIENA DI RISCHI
Negli scorsi giorni è circolata la delibera di riorganizzazione dei servizi che coinvolge primariamente gli uffici territoriali dell’Istat: un completamento del processo di “modernizzazione” di 5 anni fa, reso possibile dal lavoro agile di massa e deciso dal Consiglio del 9 giugno, come ben sintetizzato dalla nota della consigliera eletta. È decisamente inaccettabile che il documento non sia stato al momento ancora reso pubblico sulla Intranet.
Come noto, avevamo fatto analisi e proposte puntuali ed espresso perplessità sul fatto che l’adozione di un modello rispetto ad un altro avrebbe di per sé risolto i problemi principali che riguardano la insufficiente valorizzazione della rete Istat sul territorio e dei suoi lavoratori.
Sventato il rischio di superare definitivamente il valore della presenza fisica delle sedi su tutto il territorio, si è scelto com’era prevedibile il modello misto, con 4 uffici territoriali (Nord Ovest, Nord Est, Centro e Sud) e 4 uffici “tematici” (due sotto Raccolta dati, uno sotto la DCAT e 1 sotto la DCCI).
Innanzitutto facciamo notare che manca ancora una vera motivazione alla base di tutto il processo e degli obiettivi concreti da perseguire con la riorganizzazione. Anche per questo la nostra proposta di una procedura di valutazione / assessment della riorganizzazione, in qualche modo accettata dal Consiglio, appare ancora carente di indicatori e tempistiche.
Gli ulteriori accorpamenti regionali mettono una parte dei lavoratori in condizione di cambiare nuovamente i colleghi “territoriali”: nel caso esemplare delle Marche si tratta del quarto spostamento in 8 anni!
Avevamo chiesto tempi adeguati per il passaggio, e in parte il Consiglio ci ha ascoltato, prevedendo subito la call per gli 8 dirigenti, ma solo successivamente una manifestazione di interesse per i dipendenti. Tutte le assegnazioni risulteranno quindi definitive al 1° settembre (e non più al 1° luglio com’era originariamente). Desta comunque preoccupazione il fatto che tutta questa fase vada a coincidere con il periodo di massimo impegno dei colleghi delle sedi territoriali, per il censimento della popolazione, ultimo del primo ciclo e che richiede un lavoro doppio per il recupero della mancata rilevazione sul campo nel 2020! Per questo riteniamo che anche la data per le assegnazioni al 1° settembre dovrebbe essere posticipata.
La manifestazione di interesse da parte del personale, che partirà quindi presumibilmente a luglio, è positiva e rappresenta un passo avanti rispetto alle assegnazioni calate dall’alto della riorganizzazione del 2015/2016, anche se il processo andrà monitorato, e il fatto che coincida con i mesi estivi lo rende certamente più complicato. Inoltre non è chiaro se esiste un numero prestabilito di risorse per ciascun nuovo servizio e se per evitare eventuali lacune si ricorrerà a forzature o a esplicitare i fabbisogni e quindi il necessario reclutamento. Un rischio da evitare è che si creino fratture e disuguaglianze di opportunità fra i lavoratori della stessa sede.
Il coinvolgimento dei lavoratori nella fase di progettazione e di analisi è stato recepito: rimane infatti in capo agli uffici territoriali l’analisi dei dati per le regioni di competenza, mentre sia nei due servizi di raccolta dati che in quello sotto la DCAT sono presenti le funzioni di progettazione.
Rimangono forti rischi di sovrapposizione, come ad esempio per quanto riguarda l’ufficio di coordinamento non dirigenziale della parte amministrativa, anche considerando che ai dirigenti territoriali rimane la funzione di datore di lavoro, o come i nuovi servizi di raccolta dati: come si interfacceranno con quelli già esistenti?
Mancano infine impegni chiari e concreti su un reclutamento ad hoc attraverso mobilità e concorsi, nonché una proposta che dia un riconoscimento economico per i referenti di sede. Senza questi elementi tutti i possibili elementi positivi del percorso di riorganizzazione rimarranno solamente buone intenzioni.
La prossima settimana si dovrebbe tenere il workshop per illustrare il nuovo modello organizzativo.
La FLC CGIL organizza quindi un’assemblea del personale per valutare la decisione del Consiglio e per decidere insieme come incidere affinché questa riorganizzazione offra opportunità maggiori al personale e non si traduca invece in una colonizzazione dei territori da parte dell’Istat centrale in crisi a causa della carenza di personale.
ASSEMBLEA DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI DELL’ISTAT
Lunedì 21 giugno ore 10.30-12.30
in modalità webmeeting su Teams