Dopo l'abolizione, decisa dal governo Berlusconi, dell'istituto della diaria per le missioni, nel 2011 si è aperta una possibilità per chi va in missione all'estero. Da allora è stato infatti creato l'istituto del rimborso "alternativo", ovvero una cifra forfettaria (nettamente inferiore alla vecchia diaria) diversa in base al paese in cui si va, con la quale l'incaricato può pagare l'hotel e i pasti.
Alcuni dipendenti dell'Istat, dopo aver chiesto il secondo tipo di rimborso, avendo ottenuto l'autorizzazione del dirigente, dopo un anno non ne hanno saputo nulla. Hanno quindi chiesto chiarimenti.
La risposta è stata che la liquidazione delle pratiche di missione con rimborso alternativo è al momento sospesa, in quanto l’attuale sistema informativo, in via di dismissione, non contiene il modulo necessario alla lavorazione delle pratiche. Per risolvere il problema si sta predisponendo un programma ad hoc che è però ancora in fase di test.
Apprezzando tutti gli sforzi del personale amministrativo e informatico per aggirare le rigidità dei software, la sintesi è che attualmente è impossibile avere questi rimborsi perché il sistema informatico non è pronto... Tantomeno sarebbe possibile liquidare i soldi e poi formalizzare informaticamente, perché il rimborso va calcolato e inserito in busta paga, quindi senza questo nuovo programma non si può fare niente!
La FLC CGIL ha chiesto un riscontro e sollecitato i pagamenti, con una lettera al Direttore del Personale Antonino Costantino, ricordando anche che in alcuni casi è possibile, da due anni, ripristinare la diaria, come già più volte ricordato dalla FLC CGIL.
La beffa è che, mentre il personale deve attendere per oltre un anno il rimborso, con l'ultimo famigerato ordine di servizio sulle missioni, l'amministrazione dell'Istat ha imposto ai dipendenti un termine di 15 giorni per consegnare la parcella di missione.