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Ufficio ISTAT di Ancona: assemblea su valutazione e missioni

Ulteriore presa di posizione dai lavoratori contro il sistema di valutazione ideato dall'Istat e l'ordine di servizio sulle missioni

19/11/2012
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Lunedì 19 novembre si è riunito in assemblea, dopo altri uffici regionali e alcune delle sedi romane, il personale della sede Istat di Ancona. Riportiamo di seguito il verbale dell'incontro, approvato all'unanimità.

Verbale dell’Assemblea del personale del 19/11/2012 – Ufficio Territoriale per l’Emilia Romagna e Marche - Sede per le Marche

In data odierna il personale si è riunito per discutere il seguente ordine del giorno:
  • Valutazione della performance
  • Ordine di servizio n.127/12 relativo alle missioni
  • Varie ed eventuali
In merito al primo punto, la posizione che emerge dall’assemblea è che il sistema di valutazione individuale della performance adottato dall’Istituto – nonché le ulteriori sperimentazioni che in merito sta svolgendo la nostra Direzione - sia assolutamente inadeguato a rendere conto delle effettive attività che caratterizzano l’operato di ciascun lavoratore. La rappresentazione incompleta e riduttiva dell’attività lavorativa
individuale, legata a pochi e spesso banali indicatori numerici, rende assolutamente arbitraria ogni successiva attività di valutazione basata su tali indicatori.
 
Inoltre le recenti vicende legate alla mancata erogazione della produttività del 2011, che vedono il collegio dei revisori dell’Istat pronunciarsi per una differenziazione dell’erogazione delle indennità legate al salario accessorio in base ai principi della legge 150/2009, fanno anche emergere forti perplessità sulla natura realmente “sperimentale” di tale processo valutativo in atto.
 
Ancor più inquietanti, perché ancora largamente ignote, le conseguenze che tale attività valutativa potrebbe rivestire in un prevedibile processo di riallocazione di risorse umane prossimo futuro, processo determinato da un lato dalla riorganizzazione del Sistema Statistico Nazionale, prevista dal c.d. “Decreto Sviluppo”, e dall’altro dalla ridefinizione delle dotazioni organiche e delle esigenze di personale nel settore pubblico, compresi gli Enti di ricerca e gli ee.ll., previsto dalla spending review.
 
In base a tali considerazioni l’assemblea non intende in alcun modo partecipare alla sperimentazione in atto nell’Istituto nonché alle ulteriori declinazioni interne alla DCSR, disconosce la validità della scheda individuale prevista dall’OIV, e si oppone a qualunque iniziativa che vada nella direzione dell’applicazione di tale sistema di valutazione individuale.
 
Riguardo al secondo punto all’Odg, l’assemblea evidenzia la lacunosità e indeterminatezza dell’OdS in esame, che:
 
• pone ulteriori vincoli all’utilizzo del mezzo proprio eliminando dal calcolo di economicità la spesa per i pasti;
• accresce le difficoltà burocratiche relative alle attività di rendicontazione dei costi sostenuti, richiedendo perentoriamente la presenza di scontrino parlante o di ricevuta compilata con timbro e firma del compilatore;
• non individua con chiarezza i casi in cui è autorizzato il pernottamento, non attenendosi a quanto previsto dalla Circolare n. 70/78 della Ragioneria Generale dello Stato;
 
Particolarmente vessatorio appare poi l’obbligo di dover documentare l’eccedenza oraria effettuata non solo presso gli enti esterni, ma addirittura presso le altre sedi dell’Istituto (per le quali esistono già le evidenze provenienti dalle timbrature effettuate)
 
A ciò si aggiunge la non utilizzabilità dei tempi di viaggio ai fini del conteggio del credito orario, che assieme alla “quasi obbligatorietà” dell’utilizzo del mezzo pubblico, rende lo svolgimento delle missioni un’attività gravosa e quasi punitiva. Se la missione che si sviluppa nell'arco di una giornata di norma non prevede il pernottamento, i lavoratori si chiedono a quale ora debba avere inizio la loro giornata lavorativa in missione ed a quale ora sia lecito che si concluda per poter al contempo assicurare le attività inerenti l'incarico, muoversi nel territorio esclusivamente con i mezzi pubblici ed evitare il pernottamento.
 
Tutto ciò certo non aiuta lo svolgimento delle attività normalmente richieste agli uffici regionali, che con il territorio devono interfacciarsi continuamente, anche per garantire il corretto andamento delle numerose indagini in corso.
 
In assenza di una revisione dell’Ordine di servizio che porti alla soluzione delle problematiche evidenziate, l’assemblea decide che, una volta espletate le missioni già calendarizzate, ci si asterrà dallo svolgere ulteriori missioni, evidenziando fin d’ora che le eventuali ricadute negative in ambito lavorativo non potranno essere ascritte ai singoli lavoratori.
 
L’assemblea pone anche all’attenzione della direzione degli Uffici Regionali le numerose e crescenti difficoltà lavorative degli uffici regionali, che hanno dovuto affrontare negli ultimi tre anni con carichi di lavoro sempre crescenti, dovuti non solo alla tornata censuaria, ma ad un generale ampliamento delle attività, a fronte di una costante diminuzione di risorse umane e finanziarie e di un crescente peggioramento dell’organizzazione del lavoro: un eccesso di programmazione cui paradossalmente si accompagna un eccesso di incarichi estemporanei, non concordati e calati dall’alto senza spiegazioni adeguate; difficoltà nella comunicazione anche solo tecnica con i colleghi del "centro"; mancato coinvolgimento degli operatori del territorio nella programmazione ed organizzazione delle attività che coinvolgono il territorio stesso. Gli Uffici territoriali hanno già pagato un pesante contributo alla riorganizzazione dell'Istituto con l'accorpamento di 8 sedi regionali e la conseguente soppressione di 4 posizioni dirigenziali: ad un anno dalla ratificazione di questo riassetto non si sono ancora realizzate quelle
condizioni (promesse) che nelle comunicazioni della Direzione avrebbero dovuto accompagnare tale riorganizzazione: l'incremento dei budget di missione per garantire la mobilità dei dirigenti interregionali senza ridurre le già limitate opportunità del restante personale; la definitiva soluzione dell'annoso problema dell'organizzazione formale del lavoro nelle Sedi più piccole, con l'adozione di modelli
organizzativi alternativi alle unità operative sanciti da Ordini di Servizio.
Si auspica che anche su questi temi la direzione voglia concentrare i suoi sforzi e la sua attenzione, così come ha ritenuto di fare sulla valutazione.
Infine l’assemblea dà mandato alle organizzazioni sindacali di mettere in atto forme di mobilitazione che mirino a sostenere le ragioni dei lavoratori in particolare in merito a:
  • sospensione di ogni attività legata alla valutazione della performance
  • definizione di un nuovo OdS sulle missioni, previamente condiviso con le OOSS e con le Direzioni interessate
  • sblocco della trattativa sul salario accessorio, con la conseguente immediata erogazione della produttività e dei benefici assistenziali
 
Approvato all’unanimità
 
Ancona 19 novembre 2012
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