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Lavoro agile: l'Istat parte con la sperimentazione della sperimentazione

Verso il 2022, ma va chiarito il 2021

19/07/2021
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Lunedì 19 luglio è arrivata un’email a tutto il personale dell’Istat, con oggetto “Lavoro Agile: verso il 1 gennaio 2022”, contenente in allegato una lettera firmata dai due responsabili della task force (Linda Pensavalli e Paolo Weber).

Parallelamente è apparsa sulla Intranet una notizia che circoscrive ulteriormente i termini della questione.

Notiamo innanzitutto che la comunicazione poteva - perlomeno - essere inviata dopo il 22 luglio, quando si svolgerà un incontro tra amministrazione e sindacati.

La task force sul lavoro agile (per la quale avevamo chiesto un’integrazione dei componenti) avrebbe deciso di effettuare (tra ottobre e dicembre 2021) una “sperimentazione della sperimentazione”, ovvero una “fase di test” del lavoro agile post-emergenziale che dovrebbe partire (come sperimentazione “matura”) il 1° gennaio 2022. 

Su questa “fase di test” ad oggi le organizzazioni sindacali non sono state minimamente informate, quindi sono del tutto oscuri i tempi, i modi e le persone coinvolte. Quanti e quali colleghi saranno inclusi? Che vuol dire che “gruppi di persone entrano periodicamente nella sperimentazione”?

Si chiede ai dipendenti di effettuare (sul sito accessibile solo da VDI o VPN) una prima scelta “in modalità provvisoria non vincolante” del profilo di flessibilità preferito, entro il 20 agosto (da confermare “entro fine ottobre”). 

Ricordiamo che il POLA dell’Istat prevede tre livelli (basso, medio e alto) di smartwork, con 4, 11 o 17 giornate (al massimo) di lavoro agile al mese. 

Secondo le idee dell’amministrazione, riportate nell’organismo paritetico mesi fa e nella bozza di regolamento pubblicata, la scelta del profilo comporterebbe una differenziazione sugli spazi di lavoro: al profilo basso sarebbe mantenuta la postazione, per quello medio e quello alto si passerebbe a una condivisione di direzione o servizio.

Come abbiamo già detto e scritto pensiamo che occorrerebbe procedere con maggiore cautela sul piano logistico. Non siamo inoltre d’accordo con altri punti della bozza di regolamento, a cominciare da quello che esclude dalla prima sperimentazione tutti i lavoratori a turno.

Giovedì 22 luglio si svolgerà un incontro con l’amministrazione sul lavoro agile “emergenziale”, per decidere insieme (se si troverà un punto di equilibrio) come proseguire dal 1° agosto in poi. L’ultimo verbale di confronto infatti aveva prolungato le modalità precedenti fino al 31 luglio.

Ricordiamo che la legge ad oggi prolunga fino al 31 dicembre di quest’anno la possibilità per tutti i datori di lavoro (pubblici e privati) di attivare il lavoro agile in deroga agli accordi individuali e quindi, nel caso della Pubblica Amministrazione, in deroga al POLA. Solo dopo il 31 dicembre 2021 - e a valle dei nuovi Contratti collettivi nazionali di lavoro del Pubblico impiego - potrà vedere luce il lavoro agile “ordinario”.

Occorrerà ovviamente ragionare sul quadro generale (normativo e sanitario) e sulle ricadute in termini di sicurezza e salute delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Istat. Per quanto riguarda la FLC CGIL la scelta migliore è quella di proseguire con le regole attuali fino alla fine del 2021. 

All’ordine del giorno dell’incontro del 22, la cui convocazione è arrivata ai sindacati nella stessa giornata di lunedì 19, è stato aggiunto il punto “Confronto circa il Regolamento della prossima sperimentazione dello smart working”, oltre al “Confronto per aggiornamento e proroga delle misure organizzative di contrasto al COVID-19”. 

Il rischio è quello di creare confusione tra lavoro agile “emergenziale”, legato alla pandemia e alle necessarie cautele sanitarie, e lavoro agile “ordinario”. Per questo vanno definite molto chiaramente le tempistiche e i confini tra le due modalità.

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