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ISTAT: i pensionati nel 2021 già superano il record del 2020

Invece di concludere e bandire i concorsi, l'Istat ipotizza scorciatoie improbabili e pericolose

06/05/2021
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Dagli atti ufficiali dell'Istat alla data del 6 maggio risultano già 85 persone andate in pensione nel 2021 o che cesseranno entro la fine dell'anno, battendo così il record del 2020, che a sua volta aveva scavalcato il primato precedente: quello del 2019.

Si tratta di una rapidissima discesa della consistenza del personale, più volte pronosticata e mai realmente affrontata dai vertici dell'Istituto, complice la pandemia, legata all'accelerazione dei processi di pensionamento dovuti a Quota 100. Questa dinamica rafforza peraltro la nostra proposta di concedere in "comodato" al personale attualmente in lavoro agile attrezzatura inutilizzata giacente nei magazzini dell'Ente.

Nell'ultima riunione del Consiglio è stata discussa una proposta per risolvere "immediatamente" la questione, sotto la pressione dei direttori, che lamentano la scarsità di personale. L'Istat avrebbe intenzione infatti di utilizzare due strumenti: quello della mobilità da altri enti (tramite una call) e quello dell'utilizzo di graduatorie vigenti di altre amministrazioni.

Nel documento ricevuto come "nota tecnica" solo oggi giovedì 6 maggio si legge l'intenzione di usare questi strumenti in aggiunta/sostituzione ai concorsi già previsti nel piano 2020-2022, aggiornato lo scorso gennaio.

Mobilità Graduatorie altri enti Centro per l'impiego Concorsi categorie protette
I-III Ricercatore/tecnologo 20 9
V Funzionario di amministrazione 3 9 4
VI CTER 40 9
VIII Operatore di amministrazione e tecnico 2

La prima opzione (mobilità) è auspicabile, ma siamo scettici rispetto ai numeri che potrà portare nei profili necessari. Anche per quanto riguarda l'ipotesi di utilizzare graduatorie di idonei di altri enti pubblici, non crediamo ne esistano molte con profili compatibili con quelli dell'Istat. Stupisce quindi leggere che "l’Istituto ha  già  individuato  il numero di idonei da reclutare  sia verificando   le   graduatorie del  Portale del lavoro   pubblico istituito presso il Dipartimento  della Funzione  Pubblica, sia avviando contatti  informativi con gli enti  interessati per verificare l’effettiva disponibilità delle unità, dei loro profili professionali, nonché della volontà dell’Amministrazione di acconsentire allo scorrimento".

Inoltre, eventuali scorrimenti di graduatorie di altri enti nei primi tre livelli entrerebbero in competizione con i concorsi banditi nel 2018 inspiegabilmente fermi (forse l'amministrazione vuole battere il record di 6 anni raggiunto con i concorsi da III livello dell'ultima tornata?), nonché con le procedure art. 22 appena bandite, che dovrebbero rappresentare una prima soluzione, seppur numericamente insufficiente, al problema del "sottoinquadramento".

Infine non possiamo non notare come fino a pochi mesi fa l'Istituto ha avuto la possibilità di usare le proprie vecchie graduatorie di I livello, nonché quelle dell'articolo 15 del 2009. E ancora prima avrebbe potuto servirsi di quelle di IV livello CTER mai scorse (!) o di quelle a tempo determinato del 2011 lasciate scadere in nome della "modernizzazione".

Del resto la più forte emergenza legata ai pensionamenti è sui tecnici e amministrativi: quasi i due terzi dei pensionamenti riguardano personale inquadrato al IV livello del profilo CTER!

Ora, invece di soluzioni miracolose che al massimo potranno tappare qualche "buco", ribadiamo che è urgente e indispensabile un cambio di passo radicale per bandire subito con procedure semplificate, consentite dalla legge, il bando per i previsti 155 posti nel profilo CTER - VI livello, per poi aumentarne i posti con i prossimi aggiornamenti del piano di fabbisogno, con l'obiettivo di svolgere i concorsi in pochi mesi, e per far andare avanti le procedure in corso o annunciate da tempo (riepilogate nell'ultima nota unitaria), con una particolare attenzione (anche con concorsi ad hoc) per i settori più scoperti, come gli uffici territoriali. A questo proposito nel documento ricevuto si legge che "resta comunque ferma la previsione di avviare nell'anno corrente il concorso pubblico per CTER VI livello, sia pur riducendo le unità inizialmente previste, ma che saranno verosimilmente recuperate con le risorse che saranno individuate nel nuovo Piano di fabbisogno 2022-24. Analoga  soluzione  potrebbe  essere adottata per le unità di III livello inizialmente previste in ingresso, tramite procedura concorsuale, qualora si dovessero realizzare delle assunzioni da scorrimento graduatorie". I numeri che erano previsti per i nuovi concorsi non vanno secondo noi toccati al ribasso, semmai aumentati, e di conseguenza anche quelli per l'art. 22, da attivare anche per i profili dei livelli IV-VIII (CTER e Funzionario di amministrazione).

Il piano di fabbisogno è materia di informativa sindacale, come recita l'art. 68, comma 10 del CCNL Istruzione e Ricerca. Il fatto che il documento di "aggiornamento" sia stato inviato solo il 6 maggio alle organizzazioni sindacali, una settimana dopo la riunione del Consiglio, non appare rispondere al dettato contrattuale, soprattutto se il Consiglio ha preso una decisione in merito.

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