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Due importanti iniziative a difesa dell'autonomia dell'ISTAT e della credibilità della statistica ufficiale

La credibilità della statistica ufficiale è un bene pubblico del Paese. Il 22 luglio si terrà una conferenza stampa-dibattito presso la Sala Santi della sede CGIL di Corso d'Italia 25, Roma.

20/07/2009
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Negli ultimi tempi l'Istituto nazionale di statistica è stato al centro di duri ed irresponsabili attacchi da parte di esponenti di primo piano del governo, a cominciare dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Si tratta di attacchi strumentali ed in malafede, che "…contribuiscono a minare pesantemente la credibilità complessiva della statistica ufficiale italiana e dell'Istat che da sempre rappresenta il principale riferimento statistico accettato e condiviso dall'intera collettività…".

E' evidente il tentativo di mettere sotto controllo ogni fonte d'informazione che, al contrario di quanto avviene con le reti televisive e buona parte della stampa, sfugge al controllo diretto del governo.

Per difendere la credibilità del proprio lavoro e della statistica pubblica (e anche per rispondere al debolissimo comunicato ufficiale dell'Istat che il pavido Presidente non ha avuto neanche il coraggio di firmare) un gruppo di lavoratori ISTAT ha prodotto un appello, dal titolo "La credibilità della statistica ufficiale è un bene pubblico del Paese", al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha finora raccolto 1178 firme di lavoratori ISTAT (ricercatori, tecnologi, tecnici ed amministrativi, di doventi e ricercatori universitari, e cittadini). La FLC Cgil invita tutti i lavoratori ad aderire all'appello con la propria firma.

Per denunciare quanto siano gravi i recenti attacchi del governo alla statistica pubblica e, in generale, alle fonti indipendenti d'informazione economica, la CGIL e la FLC CGIL hanno indetto una conferenza stampa - dibattito, dal titolo "Le mani sull'ISTAT" che si terrà mercoledì 22 luglio alle ore 13.00 presso la Sala Santi della sede Cgil di Corso d'Italia 25, Roma.
La variabilità dell'attuale congiuntura economica ci ricorda quanto l'indipendenza e la tempestività dell'informazione statistica ed economica costituiscano beni pubblici fondamentali, basi portanti del dibattito democratico.
I reiterati attacchi alla credibilità dell'informazione prodotta dall'Istituto nazionale di statistica assumono, in questo contesto, una particolare gravità perché avvengono esattamente nel momento in cui i dati dell'Istat descrivono una condizione del Paese di reale crisi, una crisi la cui drammaticità è invece negata dal Governo. La delegittimazione dei dati reali non è l'unico livello in cui il rapporto tra Governo e Istat desta preoccupazione. Molti sono i segnali che sarebbe doveroso comprendere con esattezza per delineare il quadro in cui questa delegittimazione viene ad inscriversi.

Queste le recenti vicende. In primo luogo, sappiamo che già da tempo si sarebbe dovuto procedere alla nomina del nuovo Presidente dell'Istituto ma ancora nulla è avvenuto e questo ritardo avvicina pericolosamente la possibilità di commissariamento dell'ente, con conseguente azzeramento del Consiglio dell'Istat.
In secondo luogo, a causa della mancata decisione sull'assetto futuro della rilevazione sulle forze di lavoro, l'indagine fino ad oggi rischiava il blocco totale. Per evitare questo blocco si fa strada la concreta possibilità di un'esternalizzazione con l'appalto della gestione dell'indagine a società esterne all'Istituto. Tutto ciò determina una profonda ed evidente incertezza per il futuro sulle modalità di conduzione delle rilevazioni e sul controllo della loro qualità. Il mancato rinnovo dei contratti di collaborazione dei rilevatori che da sette anni svolgono le interviste faccia a faccia, rischia di sfociare, infatti, in un cambiamento degli strumenti di misurazione in corso d'opera, con pesanti ricadute su qualità e confrontabilità delle stime, oltre che nel dramma occupazionale per i 317 rilevatori coinvolti nell'indagine.
Infine, contemporaneamente il consiglio dell'Istat ha recentemente inviato una nota stampa con l'intento di richiamare l'attenzione pubblica sull'ormai prossimo Censimento della popolazione, per il quale il governo non ha ancora stanziato i fondi necessari.

Su questi argomenti vorremmo fare chiarezza raccogliendo e rilanciando l'allarme che arriva dalla comunità scientifica e dai lavoratori.

Roma, 20 luglio 2009

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